URBINO – Nelle liste dei candidati per il rinnovo delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) all’Università di Urbino, in vista delle elezioni del 5, 6 e 7 marzo, sarà presente per la prima volta anche una lavoratrice precaria. Lo comunica Lilli Gargamelli, segretaria generale della Flc-Cgil, che ha ricevuto conferma dalla commissione elettorale dello stesso Ateneo.
“E’ una decisione importante che sancisce parità di diritti tra precari e lavoratori a tempo indeterminato”, spiega la sindacalista. “Da tempo – continua – rivendichiamo il diritto di voto e rappresentanza dei lavoratori a tempo determinato, considerato che nelle amministrazioni hanno ormai ruoli essenziali”. L’Ateneo di Urbino ha infatti raccolto la circolare dell’Aran (l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) che ha esteso il diritto di voto attivo e passivo anche ai precari inseriti nei processi di stabilizzazione. In pratica potranno votare ed essere eletti anche i dipendenti in servizio con contratto di lavoro precario, ma comunque in proroga o in attesa di essere assunti a tempo indeterminato.
Anche Domenico Pantaleo, segretario nazionale della Flc, aveva inviato una lettera agli enti deputati a comporre le liste elettorali, chiedendo che un numero sempre più ampio di lavoratori fosse chiamato alle urne per scegliere i propri rappresentanti. Senza dimenticare come “il voto dei precari – ricorda la Gargamelli – sia determinante per rappresentare in modo reale le organizzazioni sindacali”.
La decisione dell’Università di Urbino permette inoltre, secondo la Flc, di lavorare per superare il dualismo tra dipendenti stabili e precari nel mondo della conoscenza e del pubblico impiego. Un riconoscimento rilevante per chi non dispone delle tutele del posto fisso, anche se il percorso verso la parità dei diritti è ancora all’inizio. “Questa ‘vittoria’ segue il decreto sulle assunzioni di circa 65 mila precari tra docenti e personale Ata: un risultato parziale, che ha permesso però nel nostro territorio l’entrata in ruolo per più di 150 docenti e oltre 200 dipendenti tecnici-amministrativi”, aggiunge la sindacalista.
Il prossimo passo sarà così quello della stabilizzazione dei contratti di lavoro, considerati anche i numerosi ricorsi di molti lavoratori, anche in provincia di Pesaro Urbino. “L’Unione Europea ha riconosciuto con una normativa il diritto alla stabilizzazione del contratto in presenza di determinate condizioni, come la continuità triennale del rapporto di lavoro”, afferma Gargamelli.
L’Università di Urbino ha già definito un piano programmatico triennale per le nuove immissioni in ruolo. Al momento, però, a causa del blocco del turn over, non è ancora possibile utilizzare questo strumento. La “Carlo Bo”, sottofinanziata, supera infatti la quota del 90 per cento stabilita per legge, nel rapporto tra le entrate dal fondo di finanziamento ordinario e le spese per il personale: per il momento non può quindi assumere nuovo personale. “La speranza – conclude Gargamelli – è che il Ministero riconosca al più presto gli sforzi sopportati da tanti lavoratori dell’Ateneo, aumentando le risorse statali che spettano alla ‘Carlo Bo'”. Un intervento necessario per regolarizzare la posizione di molti precari storici all’interno dell’Università ducale.