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Lucio Dalla, artista e comunicatore della modernità: il ricordo di Urbino

di    -    Pubblicato il 1/03/2012                 
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Lucio Dalla, 2001, Università di Urbino Fonte: Archivio Università

URBINO – Gli studenti e i docenti lo ricorderanno non solo per le sue qualità di musicista, ma anche come “straordinario comunicatore della modernità“. Anche l’Università di Urbino commemora la scomparsa di Lucio Dalla, colpito da un infarto a quasi 69 anni, mentre si trovava a Montreaux (Svizzera) per una serie di concerti.

Questo perché nella città ducale Lucio Dalla, tra i maggiori cantautori italiani, ha insegnato per diversi anni, a partire dal 2002, come docente di Tecniche e linguaggi pubblicitari. “Le sue lezioni erano seguitissime e attese dagli universitari”, ricorda la professoressa Lella Mazzoli, amica del cantante bolognese.

Un contributo raccolto nel libro “Gesù, San Francesco, Totò: la nebulosa della comunicazione” (edito da Franco Angeli) uscito nel 2004.  Del “personaggio Dalla” stupivano soprattutto la disponibilità e la grande cultura: “Poche star potevano vantare la sua immensa conoscenza: dalla filosofia alla sociologia, fino alla letteratura”, spiega la stessa Mazzoli.

MEZZO SECOLO IN MUSICA – La carriera di Dalla sfiora i cinquanta anni di attività: clarinettista, dopo l’esordio negli anni ’60 con la band dei Flippers,  è Gino Paoli a spingerlo verso la carriera solista. E’  il Festival di Sanremo, dove sarà poi presente in diverse occasioni, a consacrarlo al grande pubblico. Da quel palco saranno presentati brani indimenticabili. Come 4/3/1943, che rievoca lo stesso giorno della sua nascita, in queste ore tra le canzoni più citate dai numerosi fan su Twitter (dove l’hashtag #luciodalla è diventato trending topic)  e Facebook. La pagina dedicata al cantante sul social network ha raggiunto in poche ore quasi 16 mila likes.

L’ESPERIENZA UNIVERSITARIA – A Urbino tutti lo aspettavano per aprile, quando avrebbe dovuto parlare di modernità, attraverso le pagine di un padre della sociologia come Georg Simmel. “La sua lezione era già stata inserita nel programma”, confermano. Poi l’addio, durante il tour europeo che da Montreaux doveva portare la sua musica fino a Berlino.

L’ultima apparizione per il pubblico italiano resterà così quella di poche settimane fa all’Ariston, quando si è esibito con il giovane artista Pierdavide Carone, con il brano “Nanì“.  Dei trascorsi a Urbino c’è chi ricorda il concerto organizzato nel 2005 alla Sala del Trono di Palazzo Ducale, un simbolo del Rinascimento dove riuscì a far entrare per la prima volta la musica leggera.

Altri il suo legame storico e culturale con la città ducale (nella quale aveva anche acquistato una casa): ospiti delle sue lezioni sono stati personaggi come lo scrittore Alessandro Bergonzoni e  il drammaturgo Giampiero Solari, oltre a Oliviero Toscani e Davide Paolini.  Seminari che in realtà furono occasioni di dibattito e dialogo con gli studenti, perché, ricorda la Mazzoli, “Lucio non si riteneva un accademico, ma un ‘praticone’ e uno studioso dei linguaggi della comunicazione”.

Agli studenti, in un intervista rilasciata all’ex allievo dell’Ifg Filippo Brunamonti, Dalla aveva suggerito: “Oltre allo studio è essenziale la pratica. Gli studenti non sono consapevoli del panorama artistico e culturale che li circonda. Devono toccare con mano quella storia conosciuta sulle pagine ingiallite”.

IL RAPPORTO CON URBINO – “Una persona intraducibile, imprevedibile come il jazz (tra le sue passioni, ndr): è stata la domanda più importante a cui il nostro paese non è stato in grado di rispondere”, dichiara invece Brunamonti, che oggi collabora con il gruppo Espresso. Una domanda incompresa forse dagli stessi cittadini urbinati: “Non so quanto la città abbia capito il valore e il ruolo del personaggio”, aggiunge la professoressa Mazzoli. “Di certo per gli studenti fu l’occasione per analizzare la comunicazione da punti di vista differenti, come quelli interpretativi”, conclude.

Sul periodo accademico del cantante interviene anche Bernardo Valli, preside della facoltà di Sociologia: “Per il nostro Ateneo è stata una grande esperienza: era la prima volta che veniva assegnata una cattedra, e non un semplice seminario, a un personaggio della cultura popolare come Dalla”. Il ricordo è legato alla laurea honoris causa in comunicazione assegnata a Valentino Rossi, simbolo della provincia: “Lucio era entusiasta: questo perché era un artista poliedrico, appassionato di comunicazione in ogni sua forma”. Con Rossi il cantante avrebbe poi doppiato un fumetto di Milo Manara, come ricorda oggi su Twitter lo stesso motociclista di Tavullia.

IL SALUTO DELL’ARTISTA- L’ultimo concerto Dalla lo aveva concluso ieri nella città svizzera. Dell’artista resteranno capolavori assoluti: da Canzone, a Disperato Erotico Stomp fino alla semilirica Caruso, da tutti ricordata come “Te voglio bene assai”. Senza dimenticare la collaborazione nel ’79 con De Gregori per il disco Banana Republic. E gli album più recenti, come l’ultimo “Questo è amore“, dove l’artista riscopriva brani meno conosciuti del suo repertorio. Ma resterà anche il ricordo di tanti studenti urbinati che ne hanno saputo apprezzare la competenza e l’apertura mentale.

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Un commento to “Lucio Dalla, artista e comunicatore della modernità: il ricordo di Urbino”

  1. la morte del grande lucio mi addolora spero che lassu continui a cantare per noi mortali Grazie LUCIO.