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Stampa sotto zero, online alle stelle. Solo la rete salva il giornalismo

di    -    Pubblicato il 20/03/2012                 
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URBINO – Vendite ed entrate pubblicitarie in crollo per la stampa, mentre televisioni e radio oscillano tra lievi aumenti di audience e condizioni finanziarie non sempre facili. Internet e nuove tecnologie i vincitori indiscussi. Questi i dati su audience ed economia dei media presentati in uno dei focus del nono rapporto sullo stato del giornalismo americano (di cui abbiamo già parlato qui), pubblicato ieri dal Pew Research Center’s Project for Exellence in Journalism.

Nel 2011 diversi settori sono riusciti a limitare il calo di audience in corso nell’anno precedente ma, escluso il digitale, si tratta di variazioni minimali. Meno favorevole la situazione economica, segnata da un generale declino per la maggior parte dei media.


Variazioni percentuali 2010-2011

ONLINE – Prosegue l’impennata del digitale, con un aumento di audience e di entrate simile a quello dell’anno precedente. Il 44% degli americani possiede uno smartphone, il 18% un tablet. Il 51% delle persone che possiedono uno smartphone lo utilizza per informarsi; per i tablet la percentuale sale al 56%. Le maggiori entrate finanziarie dell’online derivano dalla pubblicità, in particolare dai banner, ma riguardano soprattutto le più grandi aziende, come Google e Facebook, piuttosto che i siti di informazione.

NETWORK TV – Per la prima volta dopo dieci anni l’audience dei network televisivi (ABC, CBS, NBC) è tornato a crescere. Il dato non si riflette nelle entrate finanziarie, che subiscono invece un calo del 3,7%. La crisi non riguarda però i programmi di informazione, che per ognuno dei tre canali televisivi hanno portato un incremento di guadagno compreso tra l’1 e il 2,5%.

TV LOCALI – Dopo un anno di declino, le televisioni locali hanno riportato un lieve miglioramento di audience. Sul piano finanziario corrisponde invece un deciso calo delle entrate, dovuto principalmente all’assenza di campagne pubblicitarie politiche durante un anno non elettorale: le entrate delle tv locali derivano infatti largamente dalla pubblicità in onda.

TV VIA CAVO – Un anno di eventi rilevanti, dai disastri internazionali all’instabilità della politica interna, ha influito sull’andamento, abbastanza buono, dell’audience dei principali canali televisivi. Traino della crescita è stata la CNN, con un aumento di audience del 16% nell’orario di massimo ascolto. In declino Fox News Channel che però, nonostante il calo del 3% in prima serata, rimane il canale dominante. Buona la situazione finanziaria, che beneficia della stabilità di un modello di business che attinge sia dagli abbonamenti che dalla pubblicità.

AUDIO – Il 93% degli americani possiede o ascolta la radio, media secondo solo alla televisione nella vita delle persone. Tuttavia, le radio AM/FM iniziano a temere la diffusione dei servizi digitali: quasi il 40% delle persone ascolta la musica solo tramite Pandora o Spotify sul proprio smartphone, numero che potrebbe duplicare nel 2015. Il guadagno proveniente dalle piattaforme digitali è aumentato del 15%,  ma nonostante ciò la maggior parte delle entrate deriva ancora dalle radio tradizionali.

PERIODICI – La circolazione dei sei principali magazine è rimasta fondamentalmente invariata rispetto all’anno precedente, con un calo dello 0,05 per cento. Il declino più sostanzioso riguarda Newsweek (-3,4%), mentre The Economist e The Week sono cresciuti entrambi del 2% circa. Diminuiscono le pagine pubblicitarie vendute dai periodici cartacei. La pubblicità delle automobili sono diminuite del 5,7%, quelle dei prodotti alimentari del 17%. Solo alcune iniziative digitali hanno permesso un miglioramento delle entrate finanziarie dei magazine.

QUOTIDIANI – Di tutti i settori dell’informazione, i quotidiani rappresentano quello in più grave sofferenza. Sia il pubblico che, soprattutto, le entrate finanziarie sono in forte calo. Le ristrettezze economiche hanno dirette conseguenze anche sull’organizzazione delle redazioni, costrette a lavorare con sempre meno personale dedicandosi contemporaneamente anche ai contenuti per l’online, unica fonte di guadagno. Diversi i casi di direttori e dirigenti di importanti testate che non sono riusciti a sostenere la complessità della situazione; tra questi, l’amministratore delegato del New York Times Janet Robinson, andata in pensione dopo solo tre mesi nel suo ruolo vista la difficoltà di migliorare la situazione economica dell’azienda.

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