URBINO – Non sono possibili mediazioni sulla questione dell’Ersu, o verrà accentrato o rimarrà così com’è, un ente autonomo gestito da ogni singolo ateneo, sembra di capire infatti che proposte alternative, a metà strada tra le due posizioni, non ce ne saranno. Domani il consiglio della Regione Marche deciderà sulla proposta di legge n. 145/2011 che prevede la modifica di gestione dell’Ente regionale allo studio.
Da una parte la proposta di legge appoggiata anche dal Presidente Gian Mario Spacca, dall’altra i sindaci delle città universitarie e i presidenti Ersu che lamentano la perdita di autonomia nella gestione delle risorse e, dunque, un venir meno dei servizi per il diritto allo studio degli studenti.
Prima di riprendere l’idea di un accentramento la Giunta regionale aveva offerto ai Comuni la gestione autonoma dell’ente, a loro spese. Ma, data la situazione delle amministrazioni locali, i sindaci hanno gentilmente declinato. Quindi la palla è tornata alla Regione, che è l’ente che mette i soldi e che quindi decide di avocare a sé la gestione.
Da qui le accuse del Presidente dell’Ersu Urbino, Giancarlo Sacchi, che vede la questione come “tutta politica”: burocrazia centrale e gerarchia decisionale da parte della Regione. “Se passerà la proposta tutto sarà deciso ad Ancona e dagli anconetani”.
AUDIO – Ascolta l’intervista a Giancarlo Sacchi
“Si va verso una soluzione che demolisce – continua Sacchi – quanto di buono fatto in questi anni. Non solo per il mondo universitario, anche per la città stessa e il suo tessuto economico-sociale.
Ma i tempi si allungano e domani potrebbe ancora esserci una fumata nera: “La commissione che sta seguendo la proposta di legge non ha ancora ultimato il documento – afferma l’assessore regionale con delega al diritto allo studio Marco Luchetti – immagino ci vorranno altre sedute prima di arrivare a una decisione.
AUDIO – Ascolta l’intervista a Marco Luchetti
“Le ragioni di fondo – assicura l’assessore Luchetti – sono esclusivamente economiche” i fondi ministeriali sono passati negli ultimi anni da 256 milioni di euro a 125 milioni di euro. “Le risorse per il diritto allo studio sono diminuite e dobbiamo razionalizzare le spese distribuendo in modo equo a tutti gli atenei i fondi regionali”
La proposta di legge appoggiata dalla maggioranza, nonostante divisioni interne e qualche distinguo, prevede la creazione di un Ersu centralizzato, gestito dalla Regione, composto da quattro direttori generali nominati dalla giunta, senza la presenza di una consulta.
Da qui le proteste del presidente dell’Ersu di Urbino Giancarlo Sacchi che sottolinea: “Tutto verrà burocratizzato in forma gerarchica. Sarà soltanto una questione politica di persone che non vivono e conoscono ogni singola realtà”.
Verrà meno il dialogo con una consulta, sostituita con un consiglio guidato dai sindaci delle città e i rappresentanti degli studenti. “Il rapporto con il territorio e gli studenti non verrà mai meno”, assicura Luchetti.
In effetti, Urbino sembra essere l’ateneo che da questo decentramento possa perderci di più. Insieme a Camerino ricevevano le quote maggiori dai fondi regionali, proprio per il loro connubio con il territorio, in particolare per l’accoglienza degli studenti. Sottolinea il Presidente dell’Ersu: “Si avrà un gran ridimensionamento di tutte le attività extra-didattiche e istituzionali che penalizzerà, a livello economico, il nostro territorio.
Il consiglio regionale deciderà se portare avanti la proposta di legge oppure decidere di riorganizzare gli enti e le risorse a disposizione della Regione senza accentrare la struttura. Domani l’ardua sentenza.