URBINO – Marche, il sesto senso è qui. A giudicare dalla folla di visitatori che riempie il padiglione marchigiano di Vinitaly, lo slogan della Regione, sponsorizzato da un onnipresente Dustin Hoffman, ha funzionato. O forse il merito è tutto dei vini e dei prodotti di queste terre, che suscitano sempre più interesse nel pubblico.
Un centinaio le cantine marchigiane presenti alla 46esima edizione della principale fiera enologica internazionale. A dominare, tre grandi vini: Verdicchio di Jesi, Verdicchio di Matelica e Rosso Conero. Ma c’è curiosità anche per le piccole produzioni di nicchia, come Pecorino e Vernaccia.
Spostandosi verso il pesarese si incontrano altre produzioni locali, “come l’Albanella, raro vigneto autoctono che produce un vino bianco profumato e morbido”, racconta il titolare dell’Azienda agricola Calcinari di Pesaro. Principe della zona collinare delle Marche del Nord è il Bianchello del Metauro, vino leggero e fresco che i produttori valorizzano con particolari processi di vinificazione facendo emergere aromi e sapori.
Unanime il parere dei produttori: sono vini di ottima qualità, superiori ad altri più conosciuti. Si tratta solo di lavorare su marketing e commercializzazione. “Nelle Marche si trovano vini di livello elevato, a prezzi altamente concorrenziali. Sul rapporto qualità-prezzo non abbiamo rivali. Dobbiamo solo farlo sapere al pubblico”, spiega Roberto Lucarelli, proprietario di un’azienda a Cartoceto.
Come per il turismo, anche nella produzione vinicola le Marche stentano ancora ad emergere, nonostante i recenti progressi. Valorizzare i prodotti del territorio, anche con itinerari tematici (come ‘Le strade del vino’), è sicuramente la strada principale da seguire. E Vinitaly sembra essere un ottimo punto di partenza.
Ulteriore aspetto su cui lavorare è la creazione di consorzi e associazioni. I produttori marchigiani tendono ancora a restare isolati, perdendo l’opportunità di rafforzarsi tramite marchi congiunti. Qualcuno ha mosso i primi passi in questa direzione, come i Vignaioli del Monte Conero, “imprenditori del nuovo modo di fare agricoltura, produttori responsabili e rispettosi dell’ambiente”.
Con 4.321 stand espositivi e oltre 150.000 visitatori, Vinitaly è il punto di riferimento fondamentale per un settore economico primario per l’Italia. Secondo produttore mondiale dopo la Francia, in nostro Paese è leader mondiale per le esportazioni di vino.
Una delle principali novità di quest’anno è ViViT, rassegna di vini prodotti da agricoltura biologica e biodinamica. Le cantine aderenti hanno sottoscritto un’autocertificazione che garantisce l’applicazione di metodi rigorosamente naturali sia in vigneto che in cantina. Presenti anche le Marche, con l’Azienda agricola Valturio di Macerata Feltria: agricoltura di montagna, con pendenze fino al 40 per cento, per riportare il vino del Montefeltro a produzioni di alto livello.