URBINO – In tempi di crisi a pagare sono sempre gli stessi. Così si dice. Questa volta però sembra che si possa fare un’eccezione.
L’Università di Urbino ha subìto una serie di danni, a causa della neve, pari a 486.000 euro. “Non un centesimo ricadrà sugli studenti, né sarà aumentato il costo dei servizi universitari”. Così dice Vilberto Stocchi, prorettore allo sviluppo, che ha tra le mani un foglio pieno di voci e di cifre. Cifre che peseranno sulle casse dell’università, considerando che a quel totale bisogna aggiungere l’Iva, arrivando così a 600.000 euro circa.
TABELLA I danni struttura per struttura
La direzione amministrativa dell’ateneo ha iniziato a saldare i primi pagamenti alle imprese private che si sono occupate, già nei giorni del Blizzard, di spalare neve e sgomberare quei mucchi bianchi caduti dall’alto. “Sopra la piscina dell’università (900 metri quadri di copertura), dopo la prima settimana, c’era un metro e sessanta centimetri di neve. Abbiamo agito di prevenzione, fortunatamente, perché poi sarebbe arrivato quel maledetto venerdì. La neve sarebbe raddoppiata e quel tetto crollato dicono gli ingegneri”.
Niente neve in acqua quindi, ma tanta ne è caduta invece nella palestra della sede di scienze motorie in via dell’Annunziata, tra strumenti e apparecchi elettronici per un valore di 350.000 euro. Tutti recuperati e messi in salvo. Tranne il tetto, una costruzione in eternit che qualche preoccupazione l’ha creata. “Abbiamo preso tutte le precauzioni per evitare il contatto con le polveri sottili” afferma Stocchi.
Un tetto costruito negli anni cinquanta che già dieci anni fa aveva subito un trattamento per l’amianto del valore di 200.000 euro. Ora quel tetto non c’è più. “Nel giro di un mese verrà costruita la nuova struttura in metallo da 50-60.000 euro – afferma il prorettore – anche se con l’eternit non ci sono mai stati problemi, neanche durante l’evacuazione del materiale. Tutti gli operai erano protetti da tute e mascherine ad hoc”.
L’elenco dei danni è lungo: il rettorato, i collegi universitari e infiltrazioni varie. Per Palazzo Albani era già stato stanziato un milione di euro per la sua sistemazione, a prescindere dalla neve. Ora si aggiungono altri 40.000 euro per controsoffitti e restauro delle volte.
Dove si prendono i soldi? “Sono abbastanza convinto – dice Stocchi – che di risorse esterne non ne arriveranno, neanche parzialmente, né dal Ministero, né dalla Regione. L’università dovrà farsene carico da sola”. Il prorettore ha pronta nel cassetto della sua scrivania una lettera per il Presidente del Consiglio Mario Monti. In attesa di inviarla e ricevere risposta sostiene che l’università fronteggerà da sola tutte queste spese: “Abbiamo un fondo di riserva, più le voci di bilancio di 200-300.000 euro che ogni anno dedichiamo alle emergenze. Faremo comunque il possibile per avere risorse aggiuntive”.
Se agli studenti non verranno aumentate le tasse e i servizi saranno mantenuti, a rimetterci saranno probabilmente gli investimenti dei prossimi anni. Come ad esempio per la nuova facoltà di Scienze motorie che secondo Stocchi “dovrebbe essere pronta tra 2-3 anni”. Dovrebbe. Gli studenti intanto seguiranno le lezioni di questo secondo semestre nell’aula magna del Nuovo Magistero perché dove andavano prima, il Cinema Ducale, ha subito un crollo; anche lì parte del tetto è venuta giù.
Ora ci saranno tutta una serie di ripristini e sistemazioni: 25.000 euro a Palazzo Veterani, 100.000 euro al Colle dei Cappuccini, 30.000 euro nella sede centrale dove c’è il rettorato. “Dobbiamo mantenere tutti un equilibrio e prenderci le nostre responsabilità. Abbiamo dimostrato in questi anni di saper gestire bene le nostre risorse e così faremo anche in questo caso. I danni non ricadranno sugli studenti”.
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