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Scandalo Lega, Cancellieri: “Mi sento tradito”

di    -    Pubblicato il 16/04/2012                 
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FERMIGNANO – L’epicentro del terremoto verde è a Gemonio, in Veneto, ma le scosse si sono sentite fin qui, nelle Marche. Sullo scandalo della Lega parla il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, il Bossi del Montefeltro.

Com’è venuto a conoscenza dello scandalo che ha travolto il suo partito?

“All’interno del movimento si sapeva da parecchi mesi che qualcosa non andava, che c’erano questioni tenute nascoste. Si sapeva che il nostro Belsito non voleva far quadrare i conti”.

In che senso?

“C’era molto malcontento nel movimento per la gestione economica dei conti. Non era chiaro perché questo tesoriere investisse in Tanzania o da altre parti. Io avevo percepito il disagio e l’insofferenza frequentando alcuni dirigenti. Ma lo scandalo grosso, anch’io, come voi l’ho scoperto dai media”.

E come si è sentito?

“Mi sento tradito dal mio stesso partito. Io sono un leghista della prima ora, nel partito ci ho messo tutte le mie energie, ci ho messo la faccia. Sono amareggiato e deluso. Fa male sapere che alcuni dirigenti predicano bene e si comportano come quelli che noi abbiamo storicamente combattuto: la vecchia partitocrazia romana e le sue nefandezze. Noi siamo nati proprio per contrastare quel sistema che credevamo pieno di privilegi e non meritocratico”.

Che cosa vuol dire oggi presentarsi a una candidatura col simbolo della lega?

“Questo scandalo lede l’immagine di tutta la militanza. È per questo che bisogna fare presto pulizia di tutte quelle persone che hanno approfittato del partito per godere di privilegi e arricchimento personale. Se no poi la gente fa di tutta l’erba un fascio. Io so che il 99% della militanza non avrebbe mai permesso tutto ciò. Nella Lega ci sono persone che ci hanno messo il cuore, la passione. Ci hanno messo la propria persona e ci hanno messo anche dei soldi. Abbiamo dato tutto”.

Secondo lei, Umberto Bossi era all’oscuro di tutto?

“Spero tanto di sì. Se “l’Umberto” sapeva sarei ancora più deluso. Io sono entrato nella Lega per lui e per tutti gli che propinava. Faccio fatica a pensare che sapesse tutto. Non lo so, la giustizia farà il suo corso”.

È stato un errore lanciare il figlio in politica?

“Assolutamente sì, Renzo Bossi è partito palesemente col vantaggio del cognome che porta, è evidente che con un sistema a preferenze è stato eletto molto più facilmente di un’altra persona. È stato un errore candidarlo come consigliere regionale, doveva dimostrare il proprio valore facendo militanza all’interno del partito come l’abbiamo fatta tutti”.

Lei ha mai conosciuto, di persona, i protagonisti di questa vicenda?

“Alla fine del ‘93 ho conosciuto Rosy Mauro, per esempio”.

Che impressione le fece?

“Certamente non mi era simpatica a pelle, ma questo non vuol dire niente. Io ho conosciuto tutti i dirigenti della Lega, da allora fino ad oggi”.

Fa il tifo per Roberto Maroni nuovo leader?

“Tifo per tutti quelli che decideranno di pulire e di cambiare questo movimento. Se sarà Maroni, ben venga”.

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