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Il Grande Fratello in Parlamento

di    -    Pubblicato il 29/04/2012                 
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URBINO – Un occhio del grande fratello su Camera e Senato. Che non si limita a guardare, ma ci spiega che cosa succede lì dentro, che decisioni vengono prese, come si traducono sulla vita di tutti i giorni di noi cittadini. Si chiama “progetto canale Parlamento” e lo prevede il contratto di servizio Rai. Per ora è solo una bozza, non c’è nulla di concreto, ma se va in porto questo nuovo canale istituzionale ci farà capire meglio cosa succede nei luoghi di potere italiani con programmazioni 24 ore su 24 che trasmettono brevi notiziari, spiegano leggi e commentano le sedute parlamentari.

Forse servirà anche ad attenuare il sentimento di antipolitica che da mesi dilaga nel nostro Paese. Potermo conoscere altro sul lavoro dei politici oltre a quello che ci sembra uno scenario da “Le mille e una notte”: tesorieri che nascondono lingotti d’oro, feste a palazzo con odalische pronte a tutto, ricchi e potenti signori che chiedono austerità a un popolo soggetto a “carestie” (di lavoro soprattutto). Fino ad ora, a parte gli scandali sui giornali, tutto ciò che possiamo seguire del lavoro di deputati, senatori e presidenti, sono le dirette delle sedute parlamentari che vengono trasmesse dai canali ufficiali di Camera e Senato.

Sia attraverso la piattaforma sky ma anche in chiaro. Basta quindi avere una parabola o un decoder per seguire i lavori parlamentari in aula e nelle commissioni ma anche convegni e presentazioni. Immagini noiosissime per i non addetti ai lavori: queste trasmissioni non sono mai rese televisivamente “sostenibili” e digeribili da un pubblico medio, per esempio attraverso commenti e spiegazioni dei giornalisti.

“La possibilità che in Italia nasca una tv istituzionale è reale” spiega Gennaro Pesante, responsabile del progetto sviluppo canale satellitare della Camera e autore del libro “Onorevole tv”. “Da tre anni la Camera porta avanti una sperimentazione sui canali già esistenti – continua Pesante – grazie alla quale abbiamo realizzato programmi di approfondimenti e di storia. Per esempio un mese fa, in occasione dell’Unità d’Italia abbiamo digitalizzato una serie di quotidiani del 1860-61 e abbiamo trasmesso una rassegna stampa d’epoca. Abbiamo anche fatto un programma di approfondimento in cui spiegavamo il lessico parlamentare, non tutti sanno che cos’è l’ordine del giorno”. Anche da parte della Rai pare ci sia interesse: “Per quanto ne sappiamo noi, ha ripreso in mano il progetto con l’intenzione di realizzarlo” dice Pesante.

Inizialmente un progetto del genere non attirerebbe molti ascoltatori in più degli esperti del settore, a meno che preveda anche l’interazione del cittadino, spiega Carlo Freccero, esperto di comunicazione e autore di programmi televisivi: “Questo canale non solo dovrebbe dare la possibilità ai cittadini di essere informati grazie a giornalisti specializzati che traducono il lavoro delle commissioni e delle camere, spiegando, per esempio, cosa avviene nei temi specifici di interesse dei cittadini come la scuola o il lavoro. Ma i cittadini dovrebbero avere la possibilità di intervenire con doman

de e risposte, per chiedere ulteriori spiegazioni o esprimere opinioni”.

In questo modo il progetto di un canale istituzionale servirebbe anche a riavvicinare la politica ai cittadini, continua Freccero: “L’antipolitica si alimenta grazie all’idea che la politica è tutta uguale, fa tutta schifo. Spiegare come si fa una legge può invece servire a far capire che i partiti nel loro lavoro legislativo hanno una funzione di differenza, servirebbe a mostrare che la politica ha una sua logica e una sua coerenza”.

In molti Paesi del mondo esistono già da anni canali istituzionali che spiegano la politica e la avvicinano ai cittadini. Pionieri di questa nuova forma di comunicazione sono stati gli Stati Uniti, dove nel 1979 nasce per il primo canale televisivo completamente dedicato ai lavori parlamentari: C-SPAN, da subito un successo popolare. Si definisce “una rete privata, no-profit, non commerciale e non governativa”. Oltre ai lavori e alle audizioni delle varie assemblee, diffonde programmi televisivi culturali come una rubrica dedicata a libri sulla politica. Nel ‘98 nasce Bbc Parliament, nel Regno Unito. Un anno dopo, il canale Hellenic Parliment del Parlamento greco che poco a poco, dalle sedute parlamentari, ha ampliato la programmazione a notiziari quotidiani e approfondimenti politici e culturali. Nel mondo si sono moltiplicati i Paesi che hanno un canale istituzionale, alcuni pubblici, altri privati: da Israele, dove per realizzare Knesset Channel si è fatto ricorso a un bando di gara che ha vinto il più grande canale tv commerciale del Paese, a numerosi stati del Sud Amerca. Poi Germania, Canada, Spagna e Portogallo.

“Se dovessimo guardare a un modello uno dei migliori da cui prendere spunto è Telecamara, il canale del Brasile” ammette Pesante. Il canale esiste dal ’98 ed è finanziato dal bilancio della Camera dei Deputati. Produce anche un programma umoristico sul linguaggio parlamentare. “E’ interessante perché ci sono spazi interamente dedicati e gestiti da giovani e da studenti” spiega pesante.

Freccero solleva però un dubbio sulla possibilità di far nascere il progetto in Italia: “Un programma del genere dovrebbe essere indipendente e al di fuori della logica dei partiti, farlo nascere con la Rai di adesso potrebbe non essere una buona idea”.

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