URBINO – Dr Martens ai piedi e zainetto in spalla, come fossero usciti dai mitici anni ’80. Sono arrivati carichi di euforia e vitalità energia viva e speranza per il futuro. I ragazzi delle scuole superiori già dalle prime ore del mattino si aggiravano per le strade della città con gli occhi incuriositi e tanta voglia di scoprire cosa si nasconde oltre il muro dell’esame di Stato. Molti di loro non sanno ancora quale percorso accademico intraprendere, altri preferiscono scherzare con i compagni e godersi una giornata alternativa, lontani dalle mura delle aule scolastiche: il futuro può ancora aspettare.
Si è aperta in questo clima di festa nell’area scientifico-didattica Paolo Volponi, all’ex Nuovo magistero di via Saffi, la 17° edizione di Università aperta, l’evento organizzato dall’università di Urbino che impegnerà per tre giorni l’ateneo tra momenti di incontro con i docenti universitari, workshop e attività volte a promuovere l’offerta formativa, le strutture didattiche, nonché le residenze universitarie dei Collegi.
Erano 400 le presenze tra studenti liceali, docenti e accompagnatori. Oltre 2400 le persone attese in tutta la durata dell’evento.
Grande assente il rettore, Stefano Pivato, che per problemi di salute non ha potuto accogliere le scolaresche ma che qualche giorno fa ha diffuso sulla rete un video di presentazione e benvenuto alle future matricole. Pivato ha anche accennato al calo delle immatricolazioni nel 2012 rispetto all’anno precedente, sottolineando però che l’andamento è comunque meno negativo rispetto agli altri atenei.
“L’aspettativa è quella di soddisfare tutte le richieste dei ragazzi, dobbiamo essere incisivi”, ha dichiarato Giuseppe Biancalana, responsabile dell’ufficio orientamento e tutorato, aggiungendo che ci saranno molte novità a partire già dal prossimo anno accademico, come previsto dalle recenti riforme universitarie. “I corsi di laurea sono rimasti gli stessi ma mentre prima afferivano alle facoltà, ora appartengono ai dipartimenti”.
Queste strutture più autonome rispetto alle vecchie facoltà godono di una maggiore indipendenza economica e amministrativa. Inoltre, ogni dipartimento è organizzato in scuole, ovvero strutture didattiche a cui fanno riferimento i vari corsi di laurea raggruppati secondo le esigenze disciplinari di ogni singolo corso.
Nell’edizione 2013 però lo spettro della crisi si aggira come una presenza incombente tra le aule dell’università. “Quest’anno abbiamo notato una diminuzione del numero di studenti fuori sede”, a dirlo è Roberto Merlo, rappresentante degli studenti dell’università Carlo Bo. “Non possono permettersi affitti troppo alti, così ad aumentare sono solo gli studenti residenti in regione che possono fare i pendolari”.
Crisi e disoccupazione. Un binomio inscindibile che condiziona le scelte delle future matricole e delle loro famiglie: ”Penso che sceglierò di studiare Giurisprudenza – racconta Martina di Martino, una studentessa della IV B dell’Istituto Maestre Pie di Rimini – perché è uno dei pochi corsi che offre maggiori possibilità di lavoro”. Nella sua classe nessuno intende iscriversi a corsi di laurea di indirizzo umanistico-letterario mentre scienze politiche e medicina sono in pole position.
Non mancano i commenti ironici di alcuni compagni. “Non ho seguito nulla oggi, sono venuto qui per divertirmi”, dichiara qualcuno sorridendo. “Non c’è fretta di scegliere, voglio godermi questa giornata di vacanza. Il futuro può aspettare”.
Era molto interessata a raccogliere informazioni invece, Asia che lamenta: “Non ho trovato nessuno studente in aula che potesse indicarmi in concreto il piano di studi dei corsi verso cui sono orientata”.
Dopo la maratona di conferenze e attività mattutine, i ragazzi si sono trasferiti al collegio del Tridente, dove, dopo un pranzo a mensa, hanno potuto visitare le residenze universitarie e dedicarsi ad altri momenti ricreativi.
“Urbino ci piace, è molto carina e accogliente ma è difficile da raggiungere e per questo penso che andrò a studiare a Bologna”, spiega Valentina, un’altra studentessa di Rimini.
Nonostante la grande partecipazione degli studenti all’evento sono numerosi quelli che non pensano di proseguire gli studi. “Non tutti i nostri ragazzi si iscriveranno all’università – ammette una delle professoresse – che hanno accompagnato gli studenti – spesso a spaventare i ragazzi sono i tempi della formazione universitaria che viene percepita come troppo lunga”.