URBINO – Ai più Oriano Giovanelli sarà noto per essere stato sindaco di Pesaro fino al 2004. Solo una delle voci del denso curriculum del dodicesimo candidato del Partito democratico alla Camera dei Deputati per le prossime politiche del 24-25 febbraio.
Consigliere comunale a Urbino negli anni ’80, parlamentare nei banchi dell’Ulivo nel 2006 spiega quella che lui stesso definisce una “candidatura di servizio”, volta ad archiviare l’esperienza del berlusconismo e ad aprire a una fase più orientata a sinistra in cui i temi del lavoro e della moralità siano al centro dell’azione di governo e dove ci sia un forte recupero di credibilità a livello internazionale ed europeo.
“Mi sono candidato per continuare a dare una mano affinché questa regione abbia la giusta attenzione” afferma Giovanelli, che dipinge il quadro di una regione sottovalutata nonostante il suo enorme potenziale e che fatica a far emergere le problematiche interne al pari delle altre regioni. “Cito due esempi chiave di questa scarsa attenzione: il nevone dello scorso febbraio che non ha attirato nessun riconoscimento di danni per calamità naturale nonostante l’emergenza fosse paragonabile a quella di un terremoto e il caso dell’università, il cui processo di statalizzazione è cominciato nel 2006 e si è concluso lo scorso dicembre, rallentato da diverse resistenze alla concessione del necessario certificato di buona condotta”.
Attenzione all’università e al mondo della cultura, che, insieme con il welfare e l’innovazione, rappresenta uno dei punti cardine della candidatura di Giovanelli, che è anche presidente della Fondazione Rossini. Divisa tra un patrimonio artistico-culturale unico e problemi di bilancio è la città che il candidato del Pd descrive: “Negli ultimi anni sono prevalse logiche ragionieristiche e Urbino ne ha sofferto. L’altissima concentrazione di beni artistici in questa città fa sì che essa stessa non sia in grado di portarne il peso da sola – spiega Giovanelli – Come intervenire? La strada da seguire è quella dell’alleanza, innanzitutto con le altre città che costituiscono il patrimonio dell’Unesco, poi con il mondo dell’intellettualità internazionale e infine con Pesaro e il resto della provincia. Urbino deve venir fuori da questo atteggiamento di autosufficienza e autarchia”.
Quello della chiusura, intesa come salvaguardia delle specificità locali, è un problema che a detta del candidato deve essere superato quanto prima. “A livello imprenditoriale, ad esempio, si deve operare in modo da dare ossigeno finanziario alle aziende attraverso le banche e le strutture creditizie. Come riuscirci? Acquistando credibilità all’estero, supportando le nostre imprese verso l’internazionalizzazione dei prodotti e rappresentando un valore aggiunto tecnologico e culturale attraverso questi”.
E dei grandi problemi che attanagliano la realtà urbinate? Intervistato in merito ai tagli dettati dalla spending review da operare nel settore sanitario, Giovanelli è cauto: “La spending review è uno strumento necessario ma non si deve applicare ai servizi in modo lineare. Non si può applicarla a realtà dell’entroterra, come Urbino, che già scontano alcune difficoltà infrastrutturali, che soffrono per il costo dei trasporti. Non penso che la sanità dell’entroterra possa essere sacrificata, anzi per Urbino potrebbe porsi la questione di essere capofila della sanità, elemento trainante dei servizi”.
Servizi resi più efficaci se frutto di aggregazioni tra diversi Comuni, molti dei quali destinati a scomparire entro la fine dell’anno. “E’ scritto anche nella Costituzione che la Repubblica riconosce le autonomie locali. E il termine riconosce va indagato, perché vuol dire che le considera preesistenti alla Repubblica stessa. Io quindi – spiega Giovanelli che è presidente nazionale della Lega delle Autonomie Locali – non sono per la negazione delle identità che fanno parte della nostra storia. Ma se voglio dare buoni servizi devo per forza associarmi. Nella regione esistono 13 aggregazioni per una realtà di 350 mila abitanti. Forse un po’ troppe”.
Associazionismo che riguarda anche l’ambito dei trasporti. La carenza dell’infrastruttura ferroviaria, tallone d’Achille della città di Urbino, andrebbe ripensata, secondo il candidato, più ad ampio raggio: “C’è un dibattito sul tratto ferroviario Pesaro-Urbino. – racconta Giovanelli – Ma per me il problema è fare arrivare l’alta velocità a Pesaro e lì farla fermare. Dopodiché il modo per portare su quelli che vengono a Pesaro si trova. Rischiamo di essere tagliati fuori dallo sviluppo dei prossimi 50 anni. C’è una visione di sistema che non è soltanto circoscrivibile a Urbino”.
La ripartizione di competenze e la complementarietà investe anche il tribunale, per il quale un decreto del governo ha previsto la chiusura entro settembre: “Il governo ha abusato di una delega ed è stato già presentato un ricorso al Tar, che potrebbe avere esiti positivi, dal momento che vanno salvaguardati i tribunali delle città capoluogo. Questa – afferma – è l’occasione giusta per il ripensamento della distribuzione del carico di lavoro. Il tribunale di Pesaro ha già assorbito con difficoltà Fano. Quello di Urbino potrebbe essere il polo di riferimento per tutta l’area del fanese, dando respiro a entrambe le realtà”.
Infrastrutture, cultura e lavoro sono alcuni tra i temi che saranno discussi oggi pomeriggio alle 18.30 al Collegio Raffaello dal vice segretario del Pd, Enrico Letta, capolista alla Camera nelle Marche, insieme al sindaco Franco Corbucci e al presidente della Provincia Matteo Ricci.