URBINO – Se per fare una casa di solito si parte dalle fondamenta, per salvare un palazzo antico è più giusto cominciare dal tetto. Con l’arrivo della gru, partiranno lunedì 18 febbraio i lavori di restauro di palazzo Albani in via Bramante, acquistato dall’Università di Urbino nel 2005 e già sede dell’Istituto di Storia dell’Arte e oggi utilizzato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche.
Finanziato per intero dall’Ateneo per 1 milione e 97 mila euro, grazie anche alle risorse ottenute dall’impianto fotovoltaico del campus scientifico, l’intervento sarà svolto dalla ditta Lancia di Pergola (PU) e punterà a recuperare e consolidare il tetto in legno che copre i piani nobili. “E’ come rifare il cappotto al palazzo – sintetizza l’architetto Simonetta Fabbri, progettista del restauro – le decorazioni di pregio ospitate nell’ultimo piano dell’edificio e le volte affrescate meriterebbero un intervento più approfondito, ma anche più costoso: per ora è necessario dare protezione all’intera struttura”.
Coevo del palazzo Ducale e dell’ex monastero di Santa Chiara, palazzo Albani era stato voluto dalla famiglia omonima “originaria dell’Albania e arrivata a Urbino nel 1464 – racconta l’architetto Fabbri – la loro considerazione crebbe nella corte di Federico di Montefeltro, per il quale gli Albani hanno ricoperto importanti incarichi politici e burocratici”. Il complesso edilizio è cresciuto nel 1700, con Orazio Albani, fratello del pontefice urbinate papa Clemente XI.
Affidati a novembre 2012, i lavori sarebbero però dovuti cominciare molto prima, e terminare entro la fine dello scorso anno, come aveva anticipato ai microfoni del Ducato il prorettore Vilberto Stocchi a gennaio 2012: “Il ritardo è dovuto al metodo condiviso con cui sono state prese tutte le scelte – chiarisce Luigi Botteghi, direttore generale dell’Ateneo – La ditta ha inoltre definito in otto mesi la fattibilità dei lavori, e non in un anno come da noi preventivato”.
Finchè i lavori non saranno completati, però, qualche disagio dovrà essere affrontato da docenti e studenti: “Le attività didattiche dovranno svolgersi al piano inferiore – aggiunge il direttore Botteghi – la fruizione dei libri invece sarà ancora possibile, ma con modalità e orari da definire nel rispetto della sicurezza del cantiere: presto saranno recuperati nuovi spazi, altrimenti preclusi sin dal terremoto del ‘97”. Qualche disagio per l’ingombro dei ponteggi esterni ci sarà anche per le strade intorno a palazzo Albani, in particolare nella più trafficata via Bramante “ma saranno minimi – assicura Botteri – la viabilità non subirà interruzioni”.