URBINO – Una luce e una maniglia rotte. Qualche bottiglia da raccogliere e un po’ di sporco a terra da ripulire. Danni modesti, in fondo, per il numero di persone che hanno partecipato alla festa “Carnival Party” organizzata due sere fa al Collegio Tridente. Non si sa come, non si sa da chi. Ragazzi in maschera, oltre 500 (c’è chi dice addirittura un migliaio), musica e tanto divertimento. Ma c’è un piccolo particolare: le feste nei collegi non si potrebbero fare. Non sono autorizzate ad eccezione di piccoli buffet in occasione delle lauree, con genitori e parenti.
Anche volendo, l’Ersu e la direzione delle sue strutture non hanno la possibilità di autorizzare eventi di questo tipo. La ragione sembra essere una sola: la sicurezza. I collegi non dispongono di spazi idonei. Non a caso sui volantini d’invito, ancora attaccati sulle bacheche del collegio, si legge: “Riappropriamoci dei nostri spazi”. Uno slogan che si ripete a caratteri cubitali, rosso su bianco, nello striscione appeso al soppalco che domina la sala: “Gli spazi son degli studenti, difendiamoli con i denti”, firmato Cuspide. Anche se quelli di Cuspide dicono di non sapere niente. Di non entrarci proprio con l’organizzazione della festa, né tantomeno con il volantinaggio.
“Una festa improvvisata, nata in modo spontaneo. Ti vesti, ti porti qualcosa da bere e stai in compagnia”, dice raggiunto telefonicamente Mariano Marano, molto attivo nei movimenti studenteschi universitari. Del tipo, ‘Eravamo quattro amici al bar’. Anche se in questo caso ce n’era qualcuno in più di amico al Tridente. Anche Roberto Merlo, rappresentante per Cuspide nel Consiglio di amministrazione dell’università, parla di casualità. Di spontaneità. Di un po’ di persone, di una bella serata. “Abbiamo bisogno di festeggiare il Carnevale? Andiamo lì”. Ma volantini e pubblicità su Facebook (gli inviti sul social network erano più di 800) testimoniano come sia stato un evento invece ben organizzato.
E’ prassi. Non è né la prima né l’ultima festa che “i ragazzi del collegio” fanno in modo ‘non autorizzato’ al Tridente. E nessuno gli ha mai chiuso le porte. Pare ci sia un equilibrio precario, ma da mantenere a tutti i costi, tra studenti e università. I ragazzi rivendicano, ormai da tempo, spazi alternativi alle piazze e ai locali di Urbino. Le trattative con il comune e l’Ersu sono iniziate a fine gennaio con la costituzione di un tavolo tecnico. Ma nel frattempo il problema sussiste e la prassi è sempre la stessa. I ragazzi organizzano le feste “abusive”, i dirigenti e i funzionari dei collegi per legge sono obbligati a inviare un’informativa a tutte le forze dell’ordine che, in caso di problemi, dovrebbero intervenire.
I collegi hanno un sistema di vigilanza interna che opera solo su segnalazione. Ma non basta, perché i ragazzi spesso sono tanti e difficili da contenere. A volte il Tridente somiglia al centro storico il giovedì sera. Almeno da quanto dicono nei corridoi dell’università. Ma se l’Ersu non rilascia alcuna autorizzazione, e siamo di fronte all’occupazione di luoghi non idonei ad accogliere più di un certo numero di persone, di chi è la responsabilità se succede qualcosa? Basta un’informativa inviata alle forze dell’ordine per sentirsi al sicuro?