URBINO – Cresce in provincia il fenomeno dell’abusivismo nel commercio e nell’artigianato. Lo denuncia la Cna di Pesaro-Urbino, che evidenzia i danni subiti dalle imprese regolari e chiede maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. Si tratta soprattutto di lavoro domestico abusivo, dalle estetiste alla pasta fresca fatta in casa, cioè una forma di concorrenza sleale che non tiene conto delle norme contrattuali e igieniche.
A Urbino, in particolare, operano parrucchiere ed estetiste a domicilio: “C’è gente – spiega Luciana Nataloni, responsabile provinciale di Cna Benessere e Sanità, Cna Alimentare e CnaCom – che si ritiene in grado di poter svolgere una professione. Magari hanno seguito un corso formativo che non ha nessun valore e poi si mettono dentro casa a ricostruire unghie o ad acconciare capelli”.
Il settore dei servizi alla persona non è l’unico campo fertile per l’abusivismo, ormai presente anche nell’ambito dell’impiantistica elettrica, dell’idraulica e delle piccole riparazioni. “Ormai –prosegue Nataloni – non c’è un settore che si salvi. Stiamo assistendo oltre che ad un danno notevolissimo anche ad una beffa, generata soprattutto dalla mancanza del rispetto della legalità. In un periodo di crisi come questa l’abusivismo rischia di compromettere definitivamente l’operato e le prospettive delle imprese che resistono e che operano nella legalità”.
Moreno Bordoni, nuovo segretario provinciale della Cna, aggiunge: “Servizi a costo più basso, illusione di poter risparmiare su un lavoro o un bene e la possibilità di eludere controlli o regole, diventano argomenti di facile presa, soprattutto in un momento di difficoltà rispetto al far quadrare i bilanci familiari. Si tratta però di comportamenti che provocano danni all’intera collettività e al tessuto sano della nostra società”.
Per la Cna occore intervenire aumentando i controlli, ma l’associazione di categoria si sta muovendo per siglare un protocollo d’intesa con forze dell’ordine ed enti locali per tutelare le imprese regolari.