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Le Ong informano meglio del Nyt: la sfida del giornalismo ibrido

di    -    Pubblicato il 28/03/2013                 
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L’informazione delle Ong a volte ‘batte’ quella della stampa tradizionale. E’ questa una delle principali conclusioni di uno studio dell’Università di Denver sul contributo di quotidiani come il New York Times e Usa Today e alcune Ong ( 350.org, OneClimate, Campagna Globale per l’Azione Climatica) alla diffusione delle informazioni circa la conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite a Durban.

Che i nuovi mezzi di comunicazione siano da tempo entrati in una nuova dimensione è cosa ormai accertata. La convergenza tra social network, informazione tradizionale e pratiche di cittadini “reporter” è stata infatti alla base delle primavere arabe, diffondendo notizie e portando alla luce situazioni altrimenti impossibili da sottrarre alla censura di regime.

Ma lo studio dell’università di Denver si concentra appunto sul ruolo/rapporto tra stampe e Ong, rapporto che ridefinisce gli orizzonti della consueta ‘oggettività’ giornalistica, fondendosi con l’informazione ‘di parte’ di queste organizzazioni.

Secondo i risultati della ricerca i quotidiani perderebbero la loro consueta attitudine a informare in modo esaustivo, lasciando spazio alle organizzazioni non governative, che di fatto si trasformerebbero in una sorta di “piattaforma informativa”, nettamente più efficiente di tradizionali colossi editoriali. Questa indiscussa ‘superiorità’ si basa sulla possibilità delle Ong di fornire un’enorme quantità di materiale (video-foto-commenti) ai media tradizionali, che non riuscirebbero a produrre in proprio, associata ad un’altra fondamentale proprietà: quella di permettere l’interattività del pubblico nella formulazione della notizia.

A Durban, infatti, il ruolo delle Ong nel raccontare la conferenza si è avvalso della collaborazione tra attivisti e social media, in modo molto più robusto e dinamico – dice lo studio – rispetto a quello che il New York Times può offrire ai suoi lettori.

In questo modo le Organizzazioni non governative non si limitano soltanto a manifestare la loro posizione su determinate questioni, attraverso manifestazioni o proteste, ma possono aggiungere alle loro funzioni anche quella di “cane da guardia della democrazia” da sempre funzione esclusiva dei giornali.

L’esperienza di Durban ha così potuto dimostrare che la possibilità di interazione tra giornalisti e attivisti delle organizzazioni, interpretando oggettivamente le situazioni attraverso commenti interattivi, contribuisce al progresso del giornalismo, capace di svincolarsi di reinventarsi in nuove e molteplici forme. Pur lasciando irrisolti alcuni problemi di oggettività.

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