URBINO – Alle 5:51 di questa mattina una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 ha fatto tremare il Montefeltro ed è stata avvertita anche nel centro di Urbino. L’epicentro è stato localizzato vicino a Sarsina e Mercato Saraceno, in provincia di Forlì. Stando alle rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia “non c’è nulla di cui preoccuparsi, perché non sono state registrate ulteriori scosse strutturali e l’evento non è ricollegabile allo sciame sismico che da un paio di giorni scuote l’Alta Val Tiberina”.
Ma in caso di un terremoto di maggiore intensità (l’ultimo ci fu nel settembre del 1997 e gli unici danni rilevanti furono per chiese ed edifici pubblici) quale sarebbe la resistenza delle strutture urbinate?
Claudio Ovarelli, comandante di distretto dei Vigili del fuoco, ha spiegato a Il Ducato che Urbino è, in sintesi, una città sismicamente sicura. “Il 90% delle case sono state ristrutturate negli ultimi 20 anni con l’aggiunta di travi e sostegni completamente nuovi. Solo una minima parte è a rischio”.
“L’anno scorso, a causa del nevone, sono crollati un paio di tetti per il peso della neve, ma uno o due su diecimila non sono un campione significativo. Ovviamente gli interventi ai tetti e alle mura delle case del centro storico sono interventi adatti a quel luogo” aggiunge Ovarelli spiegando che “una villa in periferia può essere costruita con criteri antisismici, usando del cemento armato, invece, in pieno centro storico, non potendo ricostruire gli edifici, si interviene con il carotaggio”. È un sistema che rinforza le fondamenta delle abitazioni forandole e iniettandovi ferro e cemento armato.
“La città ducale – afferma Ovarelli – sotto è vuota, per cui la forza di un’eventuale scossa sismica verrebbe dispersa nel vuoto, senza causare danni in superficie. Gli ultimi terremoti, infatti, hanno generato solo qualche lieve crepa e niente di più”.
Già dalla seconda metà di marzo la terra del Montefeltro ha cominciato a tremare. Il Ducato ha realizzato un servizio video dedicato al piano di emergenza comunale per capire se ci siano attualmente punti di raccolta dove i cittadini si possano radunare per i primi soccorsi.
Un piano di emergenza comunale effettivamente c’è, ma è da rifare. Risale al 2004 e ha urgente bisogno di essere aggiornato. Secondo l’ufficio tecnico comunale di Urbino, il nuovo piano sarà redatto dalla Comunità montana Alto e Medio Metauro e dovrebbe essere pronto per la fine dell’estate.
Servizio di Marta Cioncoloni, Virginia Della Sala, Marisa Eleonora Labanca e Lorenzo Nicoletti
Un punto essenziale è informare i cittadini, come spiega Roberto Tempesta, coordinatore della protezione civile: “Sarà necessario far conoscere a tutti i punti di raccolta e i comportamenti da tenere in caso di calamità”. Un aspetto non da poco, anche considerando che leggere il vecchio piano al di fuori dell’ufficio tecnico è un’impresa tutt’altro che semplice. Pur essendo un documento pubblico, non è consultabile in rete né sembra essere stato diffuso in altro modo tra la popolazione.
Per quanto riguarda la prevenzione, Urbino, insieme ad altri venti comuni delle Marche, ha ricevuto un finanziamento di 40.000 euro per la realizzazione di uno studio di microzonazione sismica.
“L’analisi servirà a capire quali siano le zone della città in cui la terra amplifica maggiormente le scosse sismiche – ha commentato il geologo Pierpaolo Tiberi – e verificare che gli edifici che cadono in quell’area abbiano una struttura idonea a reggere l’impatto. È ovviamente anche essenziale nell’ambito della prevenzione e della progettazione di nuove costruzioni”.
Nella città ducale le strutture antiche sono le più sicure, perché aggiunge Tiberi: “Il tempo le ha messe alla prova e hanno sempre resistito. Anche i palazzi costruiti a partire dagli anni ’80 sono nel complesso sismicamente sicuri. Un occhio di riguardo dovrebbe essere riservato ai palazzi costrutti tra gli anni ’60 e ‘70”.