La “Venere di Urbino“, di Tiziano, dagli Uffizi di Firenze, e l’Olympia di Edouard Manet, la variazione dell’impressionismo dell’opera, realizzata quattro secoli dopo, e proveniente dal museo d’Orsay di Parigi, stanno ora, per la prima volta, una accanto all’altra, in una delle sale del Palazzo Ducale a Venezia.
La mostra “Manet, ritorno a Venezia“, voluto dalla Fondazione musei civici Venezia e con la collaborazione del museo parigino, sarà aperta al pubblico dal 24 aprile fino al 18 agosto.
E’ la prima volta che Olympia, realizzata da Manet nel 1863, si incontra con la sua vera ispiratrice, la Venere di Tiziano, dipinta dal maestro veneziano nel 1538 e commissionato da Guidobaldo II della Rovere, nobile urbinate che intimò al suo ambasciatore a Venezia di non tornare da lui senza la “donna nuda” che aveva commissionato tempo prima a Tiziano. L’opera era destinata alla sua giovane moglie, per istruirla sulla vita matrimoniale. L’opera rimase a Urbino fino al 1631 quando Vittoria della Rovere, ultima discendente della dinastia, portò a Firenze tantissimi capolavori del ducato urbinate.