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Dipendenti pubblici, servizi sanitari a domicilio per i non autosufficienti

di    -    Pubblicato il 23/04/2013                 
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URBINO – Garantire un’assistenza domiciliare ai soggetti non autosufficienti del settore pubblico. È il cuore del progetto “Home care premium”, presentato oggi al comune di Urbino. Finanziato dall’Inps gestione dipendenti pubblici e destinato all’Ambito Territoriale sociale IV, racchiude e mette ‘in rete’ i comuni di Urbino, Urbania, Petriano, Montecalvo in Foglia, Fermignano, Peglio, Mercatello sul Metauro, S. Angelo in Vado e Borgopace, tutti insieme nell’affrontare – in tempo di crisi – le esigenze degli abitanti più fragili.

Il progetto, dal nome “Andiamo lontano“, gode di contributi per 360mila euro e consentirà per dodici mesi a 120 beneficiari tra dipendenti pubblici, pensionati pubblici e familiari fino a primo grado, di avere assistenza domiciliare personalizzata a seconda del bisogno e delle necessità quotidiane. I requisiti per richiedere il servizio sono il collegamento con il settore pubblico e la residenza nel comune di riferimento, ma anche la valutazione del reddito, secondo i parametri stabiliti dall’Inps.

“È un’iniziativa – ha spiegato Maria Clara Muci, assessore alle politiche sociali del comune di Urbino – che vuole andare al di là dei bilanci dei comuni, sempre più magri. Siamo sensibili alle categorie più fragili, soprattutto anziani e bambini, che hanno problematiche importanti. E che hanno bisogno di sostegno”.

Le domande possono essere presentate a partire dal 2 maggio, l’erogazione partirà  il 1 giugno di quest’anno e la durata del servizio è di 12 mesi. Oltre a un assegno mensile direttamente erogato dall’Inps – fino a 1300 euro – i servizi prevedono alcune prestazioni prevalenti, tra cui la possibilità di intervento direttamente da parte dell’amministrazione pubblica, del supporto di un familiare convivente o non, del volontariato o di un assistente familiare. Altri servizi sono di tipo integrativo, quelli che il comune può mettere a disposizione, nonché l’accesso ai centro diurni, servizio pasti a domicilio, terapia del sollievo, servizi di accompagnamento e trasporto.

Le esigenze dei singoli richiedenti saranno valutate direttamente da parte dei nove assistenti sociali che lavorano sul territorio dell’ambito. Saranno loro a visitare personalmente le persone selezionate e, di concerto con le loro famiglie, troveranno le migliori modalità di assistenza da mettere in atto nei dodici mesi previsti. “L’assistente sociale valuta caso per caso – spiega Enrico Tassone, dell’Ambito territoriale sociale IV – si parla di costruire un programma a lungo termine sui 12 mesi, in cui valutare le migliori possibilità di prendersi cura del paziente, valutando il bisogno e anche il tipo di servizio”.

Il serivizio di assistenza non è riferito esclusivamente alla popolazione anziana: si parla di “non autosufficienza”, dunque anche di minori. È questo il motivo per cui il progetto consente anche ai familiari di primo grado di accedere alle sovvenzioni. Limitate, per ora, ai dipendenti pubblici e che si vanno ad aggiungere ai servizi che il comune già eroga, come quello di assistenza domiciliare. “Ci auguriamo – ha detto Pietro Fraternale, coordinatore dell’Ats IV – che sia un modo per liberare altre risorse, da destinare ad altri soggetti. Il progetto per ora è annuale, ma confidiamo affinché continui nel tempo”.

Il servizio informativo sarà a cura dell’agenzia di comunicazione Segni e suoni che, capillarmente sul territorio lavorerà alla comunicazione, ma anche alla formazione, con affissione di poster nei vari comuni, spot radio televisivi e incontri diretti sul territorio, coinvolgendo anche categorie come medici e associazioni. “Chiediamo la collaborazione di tutti gli attori sociali del territorio – ha concluso Muci – per dare fondo a questo progetto nelle sue parti più semplici, ma anche in quelle più complesse”.

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