URBINO – Se in giro vedete ragazzi girovagare nel centro storico con uno smartphone proteso in avanti sappiate che si tratta di ‘rabdomanti 2.0′, studenti alla ricerca del segnale wifi. La città-campus tutta connessa sembra ancora un obiettivo da raggiungere, stando almeno alla ricerca fatta dagli studenti dell’associazione FuoriKorso che hanno battuto palmo a palmo le vie dentro e poco fuori le mura della città ducale armati di portatile e cartina.
Si naviga tranquilli in pieno centro, tra piazza della Repubblica e Palazzo Ducale, stabile il segnale all’interno del dipartimento di Scienze della comunicazione in via Saffi, ma in tutto il resto del centro urbinate, all’interno di diverse sedi universitarie e lungo le mura, la rete è quasi assente.
Nella mappa, ricostruita sulla base della rilevazione dell’associazione FuoriKorso, i punti coperti dalla rete Uwic con segnale:
assente debole ottimale
Visualizza Wifi Uniurb secondo FuoriKorso: “immagina puoi” in una mappa di dimensioni maggiori
Partito nel 2006, il progetto Urbino wireless campus (Uwic) era nato con l’intenzione dell’università di dare una connessione internet a tutti, soprattutto nei luoghi pubblici all’aperto con il wifi, con l’appoggio della tecnologia hyperlan per l’utenza residenziale: “Quando il progetto è partito – racconta il professor Alessandro Bogliolo, all’epoca responsabile dell’iniziativa – volevamo colmare il digital divide che subiscono gli studenti urbinati con una rete condivisa, nella speranza che si avvicinassero anche operatori privati”.
Negli anni però Uwic è rimasta per tanti studenti l’unica possibilità di navigare: “Dalla semplice consultazione di email e pagine web – continua Bogliolo – oggi siamo abituati a un uso della rete più esigente, la nostra dieta digitale è fatta soprattutto di contenuti multimediali che richiedono una banda di connessione maggiore e più capillare”.
Oltre alla quantità di banda richiesta da tutti è il numero di utenti contemporanei a creare diversi problemi: “Nei collegi – aggiunge il professor Bogliolo – arriviamo ad offrire la connessione anche a 500 persone contemporaneamente e rispetto agli inizi la copertura in quegli ambienti è stata anche potenziata”.
I disagi, sottolineano gli studenti di FuoriKorso, restano e sono evidenti in particolare nei luoghi chiusi come nel palazzo di Scienze Politiche in via Bramante: “Il segnale va cercato, – spiega Andrea Kleinpoppen, studente al terzo anno che ha partecipato alla ricerca – ci sono punti all’interno dell’edificio ancora poco coperti”.
Nata con un finanziamento ad hoc, la rete Uwic ora “è tirata al massimo,- chiarisce Bogliolo – inutile potenziare e aumentare il numero degli hotspot (le antenne per distribuire il segnale wifi, ndr) peggiorando la qualità del segnale: sono già in corso lavori di manutenzione e upgrade con un operatore privato per potenziare la rete dorsale, quindi i cavi; il Servizio sistema informatico ateneo (Ssia) sta pianificando il modo per servire le zone più critiche; il Comune con il progetto ‘Urbino free for turist’, in collaborazione con Università e l’operatore Milliway, sta studiando come aumentare la copertura nel centro storico”.
Bisogna fare i conti con diversi enti pubblici che tra loro devono dialogare, quindi, sperare che parlino lo stesso linguaggio e soprattutto che proseguano di pari passo con tempi simili e non troppo lenti. Ma Bogliolo è fiducioso: “Il servizio è stato mappato nel dettaglio; il cablaggio, in particolare nelle stanze dei collegi porterà nuovi vantaggi: entro il prossimo anno accademico la situazione sarà sicuramente migliorata”.