URBINO – Di certo non sarà un incontro formale. Ne sono convinti gli scout del gruppo Urbino 1, quando fantasticano sul momento in cui vedranno papa Francesco in mezzo a loro. La prossima estate, infatti, 32.000 scout da tutta Italia, tra cui una ventina della città ducale, si riuniranno in Toscana per la Route nazionale, un raduno associativo che non avviene da 28 anni. All’edizione scorsa, nel 1986, papa Giovanni Paolo II aveva partecipato. “Nulla fa pensare che papa Francesco non venga a trovarci”, confida Donatella, capo gruppo di Urbino 1, mentre nella sede in via delle Mura raccoglie le quote d’iscrizione dei ragazzi che parteciperanno alla Route. “Finora questo nuovo papa ha mostrato molta spontaneità nei rapporti con i giovani e sa calarsi nel loro linguaggio. Spero che venga e da lui non mi aspetto un discorso convenzionale”.
Cinzia e Cecilia, di 18 anni, vengono a portare la loro quota. “Io sarò nel gruppo stampa dell’evento”, spiega Cinzia, “quindi spero di poter vedere Francesco anche da vicino”. Per questi ragazzi, e per tutta l’associazione scout, non si tratta di un papa qualsiasi: “Parla di povertà, semplicità, protagonismo”, racconta Donatella, “quindi ricalca i principi educativi dell’Agesci”. L’Associazione guide e scouts cattolici italiani è nata nel 1974 dall’unione dell’Asci, maschile, e dell’Agi, femminile, ed è la più vasta organizzazione cattolica giovanile in Italia. Nel territorio ducale, però, i gruppi sono pochi: Cinzia racconta che alcuni ragazzi, per partecipare alle riunioni a Urbino, vengono anche da Fossombrone, perché l’unico altro gruppo della zona è a Sant’Angelo in Vado.
L’Urbino 1 è nato nel 1984 e quest’anno, tra adulti e bambini, ha oltre un centinaio di iscritti. Nella branca dei più piccoli, dagli 8 agli 11 anni, ci sono 26 ‘lupetti’, maschi e femmine. Per loro il metodo scout prevede tanto gioco e divertimento, specialmente all’aria aperta, nell’ambiente fantastico del “Libro della giungla” di Rudyard Kipling. Gli educatori, davanti ai bambini, non si chiamano mai con il loro vero nome: il capo branca è il lupo Akela, il parroco è l’orso Baloo, poi ci sono Bagheera, Chil, Kaa e tutti gli altri personaggi del racconto.
La branca successiva è quella degli esploratori e delle guide, dai 12 ai 16 anni: a Urbino sono 35. A questa età il clima è quello dell’avventura, con tante uscite in montagna, fuochi da accendere e tende da montare. A 12 anni, inoltre, si pronuncia davanti ai capi la promessa scout: “Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout”.
La terza branca è quella del clan, in cui rientrano i novizi, i rover e le scolte, tutti adolescenti tra i 17 e i 21 anni. Punti cardine di questo gruppo, che a Urbino conta 25 ragazzi, sono i valori della comunità, del volontariato, del camminare insieme e della fede. Sono loro, i più grandi, che parteciperanno alla Route del 2014 e che si emozionano a pensare alla presenza di papa Francesco tra migliaia di camice azzurre.
Oltre ai bambini e ai ragazzi, l’Urbino 1 conta una ventina di educatori dai 20 ai 50 anni che, nei ritagli di tempo tra il lavoro, lo studio e la famiglia, indossano ogni settimana il fazzolettone per trasmettere ad altri fratelli, attraverso il gioco, quei valori dello scoutismo che Bergoglio sembra incarnare. “Il nuovo papa è di grande esempio per noi”, afferma Donatella, “e l’associazione si ispira molto agli uomini di fede che hanno un grande carisma nel relazionarsi ai giovani”.
Di certo l’adolescenza è un periodo difficile, anche nel campo della ricerca di Dio, ma secondo Cinzia il nuovo papa sembra aver fatto breccia anche nei suoi compagni che sono meno credenti. “Certo, c’è chi è più attratto e chi meno, ma comunque papa Francesco ha fatto riavvicinare i giovani alla Chiesa. Anche chi tra di noi non si poneva il problema della fede, ora è spinto a farlo, mentre chi già se lo poneva, adesso è ancora più convinto”.