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Palazzo Ducale in 3D: firmato l’accordo, ora si aspettano i soldi da Roma

di    -    Pubblicato il 2/12/2013                 
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I Torricini

Palazzo Ducale

URBINO – La Città Ideale diventa social e tra qualche mese avrà un’app con la quale i visitatori potranno godersi il dipinto di Piero Della Francesca. È stato firmato oggi l’accordo tra le Università di Urbino, Bologna e Ancona e la Soprintendenza delle Marche per promuovere la digitalizzazione di Palazzo Ducale.

Per ora il progetto realizzato riguarda solo il famoso quadro rinascimentale ma anche tutte le stanze del Duca Federico potrebbero avere a breve un perfetto fac-simile in 3D grazie a degli speciali laser-scanner in grado di digitalizzare pareti, mobilie e opere d’arte.

L’uso del condizionale è d’obbligo perché il ministero per i Beni artistici e culturali dovrà prima dare l’ok alla richiesta di finanziamento del progetto.

“L’idea nasce per valorizzare uno dei patrimoni culturali più importanti della regione – dice Maria Rosaria Palazzi, Soprintendente ai beni storici e artistici delle Marche – e per riavvicinare i giovani ai musei, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie”.

L’applicazione realizzata grazie a Paolo Clini, docente dell’Università Politecnica delle Marche, permetterà di scoprire particolari e curiosità di Palazzo Ducale con un semplice tocco sullo schermo di un tablet.

“Tramite uno smartphone o un tablet – dice  Clini – chiunque potrà esplorare un quadro ad alta risoluzione e vedere dettagli nascosti che ad ‘occhio nudo’ non  si vedrebbero”. Il procedimento è molto semplice, una volta scaricata l’app basterà inquadrare con il cellulare i dipinti rinascimentali per scoprire storie e informazioni sulle opere d’arte.

“La strada da seguire è quella della digitalizzazione – afferma Stefano Pivato, rettore dell’Università di Urbino – l’accordo firmato oggi il frutto di una collaborazione tra le nostre università”.

Dello stesso parere il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi: “Occorre trovare un filo d’unione tra i giovani artisti rinascimentali e i giovani che oggi guardano quei quadri e non c’è modo migliore se non farlo attraverso i social network”.

“Benjamin oggi si sarebbe innamorato dei social network- dice Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento di Comunicazione dell’università di Urbino – noi dobbiamo parlare ai giovani e dobbiamo farlo con il loro linguaggio”.

Il museo, insomma, deve essere un esperienza piacevole. E’ scritto anche sullo statuto dell’ICOM (International Concilium of Museum) dove viene citata come ultima parola enjoyment, divertimento. Da oggi, anche Palazzo Ducale fa un passo in più verso questa direzione.

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