URBINO- “Persone comuni sono stati capaci di gesti eccezionali, è per questo che bisognerebbe parlare di banalità del bene. A volte per essere un giusto bisogna andare contro corrente”. A sessantanove anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz l’attore Giacomo Tarsi rilegge Hannah Arendt. Urbino ha scelto “La banalità del male” per non dimenticare le vittime della Shoah, l’opera che ricostruisce il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann.
Il suggestivo omaggio alla memoria è andato in scena nella Sala del Maniscalco dove Tarsi ha letto alcuni brani del testo della filosofa tedesca scelti dal professor Marco Cangiotti, ordinario di Filosofia Politica dell’Università di Urbino.
L’evento è stato inaugurato da un intervento dell’assessore alla Cultura Lucia Pretelli, che ha sottolineato l’importanza di ricordare. “Questo scempio – ha dichiarato la Pretelli – non si deve più ripetere. Questa iniziativa nasce per non far dimenticare che nei campi di concentramento nazisti sono morte più di sei milioni di persone”.
“Noi facciamo memoria della Shoah – ha aggiunto Marco Cangiotti – perché se ne possa fare esperienza, cioè provare, contattare, gustare e soprattutto dare un giudizio di valore su quello che è successo, un giudizio che ci deve orientare nella vita. La memoria ha senso solo se si trasforma in azione responsabile”.