URBINO – Il botulino usato non per distendere le rughe ma i nervi. Dal giugno dello scorso anno l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, ha autorizzato l’utilizzo della tossina botulinica per curare l’emicrania cronica. A Urbino la somministrazione del Botox 100 unità della Allergan sembra aver fatto registrare già buoni risultati.
Sono stati 21 i pazienti – 20 donne e un solo uomo – che si sono sottoposti, già a partire dal 20 giugno scorso, alla terapia a base di Botox nel Centro cefalee di Urbino. Molti arrivano anche da fuori regione. E, stando alle parole del dottor Paride Marchi, fondatore del centro cefalee, i primi risultati sono positivi.
Come funziona la cura? Ai pazienti affetti da emicrania cronica viene inoculata ogni tre mesi una dose di tossina botulinica. Le iniezioni hanno effetto analgesico: il farmaco, infatti, agisce sul sistema nervoso oltre che sui muscoli.
Anche se il ciclo – che dura in media un anno e mezzo – non è ancora concluso, a Urbino alcuni parametri utilizzati dal dottor Marchi per fare una prima stima della cura mostrano segnali positivi. Le inoculazioni hanno fatto ridurre l’abuso farmacologico di triptani, sostanze assunte in genere per contrastare l’emicrania. I pazienti che ne soffrono possono arrivare a prendere anche 28 compresse al mese. Con il Botox la quantità si è quasi dimezzata.
Un altro parametro usato da Marchi nell’analisi degli effetti della terapia è il Midas, un punteggio che consente di individuare i livelli di disabilità di un paziente: il livello zero corrisponde all’assenza della malattia, il livello quattro al massimo. Alcuni dei pazienti curati nel centro di Urbino hanno visto scendere il loro punteggio Midas da quattro a due.
“È ancora presto – afferma Marchi – per parlare con certezza ma, senza dubbio, questi dati, incompleti perché limitati nel tempo, mostrano un sensibile miglioramento nella cura dell’emicrania cronica”.
Anche la letteratura internazionale sostiene l’uso del Botox nel trattamento dell’emicrania cronica: “Sono stati fatti tanti studi all’estero dove la terapia è usata da tempo – spiega Remo Orsetti, direttore del reparto di Terapia del dolore dell’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma – Tra questi il Preempt, un programma di sviluppo clinico cui si sono sottoposti circa 1.400 pazienti. Si è scoperto che questa neurotossina può essere molto utile: serve a limitare la quantità e l’intensità delle crisi di emicrania”.