URBINO – Spaccio di hashish, cocaina e marijuana e intimidazioni ai clienti: i Carabinieri di Urbino hanno arrestato oggi quattro persone per traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, furto, rapina impropria e ricettazione. E’ il bilancio dell’operazione Brown Brown.
Gaetano Claudio Scibeta, 37 anni di Rimini, e Xheladin Cemeta, diciottenne di Belforte all’Isauro, sono stati portati in carcere mentre Vincenzo Patricelli, di Urbino, e Stefano Canella, di Aosta, sono agli arresti domiciliari. I quattro facevano parte di una piccola organizzazione che spacciava ‘facendo credito’ ai clienti.
La droga veniva venduta anche a soggetti che non potevano permettersi di pagarla immediatamente: in questo modo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, Scibeta e Cemeta legavano a sé i clienti e usavano su di loro, grazie all’aiuto di Patricelli o Canella, metodi intimidatori fino ad ottenere la cifra da loro richiesta. Per dare garanzie agli spacciatori, i clienti venivano convinti a cedere auto o moto di grossa cilindrata, oppure venivano convinti a spacciare a loro volta. Un’altra alternativa per ripagare il debito poteva essere la segnalazione di obiettivi “facili” per rapine e furti.
Gli spacciatori avrebbero suggerito a qualche cliente di ricorrere anche all’espianto degli organi ma, per il momento, i carabinieri hanno confermato di non essere a conoscenza di un traffico di questo tipo. Le indagini, che andavano avanti dal giugno del 2013, ha interessato altri due uomini che sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Prima clienti, i due sarebbero poi stati “inglobati” nella banda.
L e ordinanze di custodia cautelare per i sei erano state emesse il 6 febbraio dal GIP Egidio De Leone su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Irene Lilliu. Alle 5.30 di questa mattina sono scattate le operazioni: durante le perquisizioni avventute contemporaneamente a Belforte all’Isauro, Macerata Feltria, Sestino, Urbino, Rimini e Aosta sono stati sequestrati cellulari, computer portatili, agende e oggetti che servivano all’intimidazione come mazze da baseball, tirapugni e coltelli a serramanico.
Proprio per lo stretto legame tra spaccio e attività di estorsione, l’operazione è stata chiamata “Brown brown”: il nome deriva da una droga micidiale composta da cocaina e polvere da sparo.