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Caos ambulanze, a rischio il trasporto sanitario per pazienti oncologici e in dialisi

di    -    Pubblicato il 25/02/2014                 
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URBINO – Per i trenta malati in dialisi di Urbino e per i pazienti oncologici che ogni giorno arrivano in ospedale per le terapie presto qualcosa potrebbe cambiare. L’Asur infatti non garantisce più il trasporto sanitario in ambulanza a chi ha scarsa capacità di deambulare. “È stata applicata  la delibera di giunta regionale n.292 del 2010 che prevede la riformulazione delle centrali operative del 118 “, afferma Fabio Cecconi della Croce Rossa regionale. “Esistono, infatti, due tipi di malati: quelli di tipo A che devono essere soccorsi con l’ambulanza e quelli di tipo B che invece possono recarsi in ospedale autonomamente”. In questa ultima categoria rientrano alcuni pazienti malati di tumore e alcuni in dialisi.

Il dottor Romeo Magnoni, direttore del distretto Urbino-Urbania, spiega: “Da gennaio il servizio si doveva interrompere, ma per non lasciare i pazienti a piedi abbiamo deciso di continuare. Ora stiamo cercando un accordo con le associazioni. Ai familiari dei malati verrà comunque rimborsato un quinto della benzina. Negli anni passati ci sono stati degli sprechi. Per chi può andare in ospedale con i propri mezzi, l’ambulanza non serve”.

Oltre al costo economico che graverà sulle famiglie, non tutti hanno familiari o amici che possono accompagnarli ogni giorno in ospedale. Secondo Tiziano Busca, dirigente dell’ufficio relazioni con il pubblico dell’Asur: “L’ospedale di Urbino ha speso nel 2013 per le ambulanze un milione di euro. I malati in dialisi che non hanno problemi seri possono essere trasportati dal taxi sanitario”.

La situazione non va meglio nel resto delle Marche. Dall’11 dicembre l’Anpas, associazione nazionale pubbliche assistenze che gestisce parte del trasporto sanitario, è in presidio permanente davanti al palazzo della Regione. “Chiediamo il conguaglio delle spese sostenute dal 2010 ad oggi. Le nostre associazioni sono a rischio chiusura perché non abbiamo più soldi”, sostiene Alfonso Sabatini, direttore Anpas.

Il 29 gennaio è stato raggiunto un accordo tra la Regione, la Croce Rossa, la Misericordia e le altre associazioni che si occupano di trasporto sanitario. L’Anpas però non ha aderito. “L’intesa prevede un terzo dei rimborsi. Da troppo tempo ormai riceviamo solo acconti basati su ipotesi di costi risalenti al 2002. Per fare un esempio, dodici anni fa il gasolio costava 80 centesimi al litro, oggi 1,70 centesimi. Sono aumentate anche le assicurazioni. Vogliamo l’adeguamento delle tariffe e il rimborso effettivo delle spese sostenute. Inoltre non abbiamo alcuna certezza sull’affidamento dei servizi di trasporto a carico dell’Asur. Le associazioni continuano a garantire il servizio anche se le convenzioni sono scadute da anni”, continua Sabatini. “Siamo, inoltre, preoccupati per la scelta della Regione Marche di non garantire il trasporto ai pazienti con scarsa capacità di deambulazione. In questo modo ha tagliato una grossa fetta di assistenza”. Intanto, la Croce Gialla ha deciso che a marzo fermerà il primo mezzo se la situazione non si sbloccherà.

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