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Calzature, Al The Micam 350 aziende marchigiane: “Clima incerto per la crisi in Ucraina”

di    -    Pubblicato il 3/03/2014                 
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save-the-date-20140303-landing-pageURBINO – Le Marche giocano sempre un ruolo da protagonista del calzaturiero made in Italy, anche e soprattutto grazie all’export. A confermarlo il dato delle presenze alla fiera internazionale del settore calzaturiero: su 1589 aziende presenti al “The Micam” (che si svolge dal 2 al 5 marzo), ben 355 sono quelle marchigiane: il 20 per cento, più di ogni altra regione. Ma quest’anno la tensione tra Russia e Ucraina dallo scacchiere della politica internazionale piomba anche su Milano. Proprio come sul Mar Nero, il clima a Rho Fiera è tutt’altro che disteso. “I buyer – spiega Daniele Polidori, titolare dell’azienda Brador di Tavullia, che ora si trova al Micam – sono molto selettivi, hanno poco budget e poco tempo per acquistare i prodotti e della ripresa nemmeno l’ombra. Inoltre la crisi ucraina e il crollo del rublo sono fattori che si ripercuotono inevitabilmente sugli acquisti dei russi in fiera”.

La politica russa sembra essere, però, solo la punta dell’iceberg e l’associazione dei calzaturieri avverte: “Il sentimento recente degli operatori è mutato – si legge in un comunicato di Cleto Sagripanti, presidente Assocalzaturieri – l’inverno mite in Russia, Ucraina e Kazakistan (il gelo è arrivato solo in concomitanza coi saldi), la svalutazione del rublo sull’euro e la crescita modesta del Pil in Russia, nonché le tensioni politiche in Ucraina, fanno temere in quest’area risultati 2014 decisamente meno favorevoli”. Solo nella provincia di Pesaro e Urbino si è registrato dal 2012 al 2013 una diminuzione delle esportazioni verso la Russia del 14,85%: da 17 milioni di euro del 2012 a 14 milioni di euro, mentre le esportazioni verso il resto del mondo sono aumentate del 6,4% (fonte: Aspin 2000).

Le aziende marchigiane sono da sempre presenti alla fiera milanese della calzatura come simbolo dell’artigianalità e anche quest’anno sono più di 350. Prima fra tutti la provincia di Fermo con 220 aziende posizionate nei vari padiglioni. A seguire la provincia di Macerata con 108 aziende e  quella di Ascoli Piceno con 11 aziende. La provincia di Pesaro e Urbino è penultima nella classifica degli espositori marchigiani con 9 aziende, mentre Ancona è ultima con 7 aziende.

“Siamo solo al secondo giorno – spiega Polidori – è presto per fare pronostici. Ma sicuramente c’è una buona fetta di mercato cinese e coreana interessata ai nostri prodotti. Bene anche il resto dell’Europa. Sicuramente le aziende che hanno rapporti consolidati con i clienti riescono comunque a vendere, mentre le nuove aziende hanno maggiori problemi, non c’è molta ricerca del nuovo mercato”.

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