URBINO – Dopo ogni inverno il dissesto idrogeologico torna d’attualità in provincia di Pesaro e Urbino ma, nonostante l’allarme ciclico dei geologi, i fondi per la messa in sicurezza del territorio continuano a non essere sufficienti. Lunedì la giunta regionale delle Marche ha annunciato lo stanziamento di 1 milione e 600mila euro per interventi di manutenzione idraulica e difesa del suolo. Una misura per risolvere i problemi legati a frane e fiumi. Tuttavia la nostra provincia, nonostante le numerose situazioni di criticità, non otterrà molti benefici.
Dei 12 interventi, finanziati dalla regione, solo uno interessa il nostro territorio provinciale. I fondi saranno infatti utilizzati per il consolidamento di una frana lungo una strada provinciale del comune di Cagli. Uno dei tanti episodi che purtroppo si verificano con regolarità nella nostra provincia. “Nel territorio di Pesaro e Urbino il dissesto è di casa – spiega il geologo Filippo Piscaglia – dai confini più settentrionali a quelli più meridionali della provincia, praticamente tutti i comuni presentano fenomeni di dissesto più o meno importanti”.
La situazione più critica è sicuramente quella della vecchia Flaminia dove un tratto di strada che porta alla gola del Furlo è franato, e del colle Ardizio, nel tratto sulla costa tra Pesaro e Fano. Ma episodi franosi si trovano anche all’interno del comune di Urbino: “Lungo la strada provinciale 9, che collega la città ducale a Schieti, praticamente a ogni curva ci sono le tracce di un dissesto idrogeologico. C’è una frana tra Gadana e Pieve di Cagna, in località Ca’ Andreana, e una anche nella strada verso Pesaro, poco dopo Trasanni, in via Urbinate”, spiega Piscaglia. Quella di Trasanni è una frana che risale al marzo del 2013: metri di terra si erano staccati dalla collina ed avevano coperto di fango il versante.
Le frane non risparmiano neppure i comuni più piccoli della provincia. Quella di Cartoceto, un paese a 40 chilometri da Urbino, risale alla primavera 2013 e ha interessato le mura del centro storico. A Sorbolongo, una frazione del comune di Sant’Ippolito, sono invece ancora visibili i segni di una frana che a più riprese dal 2006 ha colpito la strada provinciale 5.
Ma molti dissesti si sono verificati anche a seguito delle ultime precipitazioni di questo inverno. A Belforte dell’Isauro una decina di giorni fa la via provinciale Baciuccaro che collega il paesino a Sant’Angelo in Vado è rimasta completamente bloccata: “La strada è chiusa anche ai pedoni – spiega il sindaco di Belforte, Sauro Brisigotti – e abbiamo una situazione critica anche sulla via che collega Ca’ Sant’Elisabetta. Anche lì c’è il forte rischio per la viabilità”.
La situazione non è più tranquilla a Frontino, un comune di 300 abitanti arroccato sull’appenino marchigiano: “Il versante nord del comune è come un terreno minato – commenta il sindaco Andrea Spagna – la zona più a rischio frane è sicuramente quella della provinciale del Mutino, che collega il paese a Carpegna”.
“Decine di fenomeni di dissesto che sono frutto di un innegabile aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici – conclude Filippo Piscaglia – ma anche il risultato di una politica di prevenzione del rischio relegata in secondo piano rispetto alla gestione dell’emergenza”.