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Il giornalismo che cerca la verità: Ilaria Alpi a teatro

di    -    Pubblicato il 18/03/2014                 
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5_ISABELLA RAGONESE_AFRICAN REQUIEM_FOTO ALESSANDRO BOTTICELLI“È il giorno 20, mese di marzo, anno 1994″. Le ultime ore di vita di Ilaria Alpi. E’ una delle prime battute di  African requiem, appunti di fine giornata, opera teatrale di Stefano Massini sulla vicenda della giornalista e del cameraman Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio in circostanze mai chiarite. I due reporter si trovavano in Somalia per indagare sul traffico internazionale dei rifiuti. In occasione del ventennale della scomparsa dei due inviati, lo spettacolo sarà replicato domani (mercoledì 19 marzo) alla Camera dei deputati, a interpretarlo l’attrice Isabella Ragonese. Madrina dell’evento la presidente Laura Boldrini, che pochi giorni fa ha promesso di fare tutto il possibile per desecretare i fascicoli dell’indagine parlamentare sul caso.

Con African requiem il regista Stefano Massini, 35 anni, fiorentino, chiude la trilogia che lega teatro e giornalismo, iniziata con lo spettacolo Donna non rieducabile, sulla storia di Anna Politkovskaya, uccisa il 7 ottobre 2006: “L’idea è partita leggendo e studiando la figura della giornalista russa, con ogni probabilità dietro quell’omicidio ci sono i servizi segreti di Mosca. Dalla sua tragica storia è nato lo spettacolo interpretato da Ottavia Piccolo. Era il 2009. Tra il pubblico e gli addetti ai lavori ho notato che , oltre alla grande commozione per la tragica fine di Anna Politkovskaya, prevaleva una certa distanza dai fatti: una cosa così non sarebbe mai potuta succedere nella nostra Italia. Così, per  dimostrare che la libertà di stampa non è scontata da nessuna parte, ho deciso di raccontare la storia di Ilaria Alpi”.

African requiem gira nei teatri da settembre 2013, ma prima c’è stato Schifo, omicidio non casuale di Ilaria Alpi. Qual è la reazione del pubblico?

Una grande commozione mista a stupore: il nome della giornalista del Tg3  è molto conosciuto, ma non la sua vicenda. Sono felice che il mio spettacolo abbia aiutato a far conoscere questa storia e ringrazio le attrici: Isabella Ragonese, prima ancora Lucilla Morlacchi e Ottavia Piccolo, che hanno vestito i panni di queste giornaliste.

Che cosa hanno in comune Ilaria Alpi e Anna Politkovskaya?

Coloro che le circondavano tendevano a minimizzare l’argomento di cui si stavano occupando con passione e professionalità: il traffico di rifiuti in Somalia e la quinta guerra tra Russia e Cecenia. Non erano considerati argomenti scottanti nemmeno dai colleghi, che le hanno lasciate sole, non per ignoranza, ma per una precisa volontà di non sapere.

"Schifo, omicidio non casuale di Ilaria Alpi"

Perché fra le giornaliste e i giornalisti italiani morti per raccontare la verità, ha scelto Ilaria Alpi?

L’elenco è lungo: ci sono Peppino Impastato, Mino Pecorelli e molti altri, ma la vicenda di Alpi e Hrovatin mi ha colpito perché è ambientata in Somalia. La vediamo come una terra distante, ma come italiani siamo molto legati a quel territorio: è stata una nostra colonia, continuiamo ad avere intensi rapporti culturali e commerciali. I due giornalisti, come cerco di sottolineare nel mio spettacolo, sono stati uccisi nel quartiere italiano.

L’atmosfera del continente africano è evidente anche nelle musiche scelte

L’orchestra multietnica  di Arezzo di Enrico Fink è composta da musicisti impegnati in progetti internazionali, che hanno l’obiettivo di coniugare la nostra tradizione musicale con quella africana e del Medio Oriente.

Che ne pensa dell’etichetta di “teatro impegnato”?

Come ha detto Isabella Ragonese, è completamente sbagliata. Primo perché, visto che si tratta un argomento serio, il valore artistico dell’opera passa in secondo piano. E poi non esiste un “teatro impegnato” e un “teatro leggero”. Quando scegli di raccontare una storia, qualsiasi storia, te  ne assumi comunque la responsabilità.

Ecco il teaser dello spettacolo African Requiem

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