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Festa dello studente, tra gli esercenti poca nostalgia. Ma quest’anno c’è chi ci prova

di    -    Pubblicato il 23/03/2014                 
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festa dello studenteURBINO – Per organizzarla servivano circa 50mila euro e riusciva ad attirare quasi 15 mila persone nella città. La “Festa dello studente”, diventata un appuntamento imperdibile per tantissimi giovani turisti, sembra avviata al suo secondo stop a causa della mancanza di fondi, dopo quello dello scorso anno.

Dal 1999, la festa ha segnato un evento importante sul calendario di molti ragazzi, urbinati e non. Il divertimento partiva dalla Fortezza Albornoz per poi finire in piazza, dove i giovani si riversavano dopo il ‘concertone’ dell’artista di turno. Un’ iniezione di turismo per la città di Urbino, che per quei tre giorni di fine giugno viveva una vera e propria invasione. “Era come se fosse un giovedì sera moltiplicato per tre – afferma Roberto Puorro, uno degli storici organizzatori – abbiamo sempre registrato un numero alto di presenze, si organizzavano addirittura pullman dal Sud Italia. Ora stiamo decidendo come muoverci, visto che non ci sono più fondi. Senza questo evento però la città perderebbe un’occasione per arricchirsi”.

Tuttavia non sembra esserci così tanta nostalgia tra i negozi del centro: “Non abbiamo avuto riscontri economici particolarmente positivi grazie a quell’evento” afferma un negoziante. “L’unica differenza che abbiamo notato rispetto agli anni in cui si svolgeva la festa è stato un po’ di casino in meno“, racconta la proprietaria del B&B Albornoz, a pochi passi dal luogo in cui si svolgeva l’evento. Gli fa eco il proprietario dell’albergo San Giovanni: “L’assenza della festa non ci ha creato problemi. I giovani di solito non prenotano da noi, preferiscono farsi ospitare a casa di qualche amico. Anche la festa irlandese dello scorso anno ha mosso un turismo giovanile, che non ci ha fatto aumentare il numero di prenotazioni”. Se l’alloggio prescelto dai giovani non è l’hotel, anche il camping viene lasciato da parte”.  La nostra clientela è costituita per il 95% da stranieri, in quasi tutti i periodi dell’anno – afferma il proprietario del camping Pineta Resort –  ma, scusi, la Festa dello studente in quale periodo si svolgeva, di preciso?”. Appunto.

Se i ricordi cominciano a ingiallire, non svaniscono quelli di Olinto, il proprietario di Olly Bar, il locale in Fortezza, che è stato uno degli sponsor dell’evento. “Ci manca tanto la festa, era uno degli eventi più seguiti della città. Ci è mancato anche l’incasso perché, con tutte quelle persone, il risultato c’era. Proprio ora, davanti a me, ci sono giovani che mi dicono che la festa manca molto anche a loro”. E la mancanza si fa sentire anche nel locale El Piquero, sempre aperto nelle serate della festa: “Dava un sacco di allegria a Urbino. Era una bell’evento, creato per i giovani. Ora non ce ne sono più, non c’è più niente – racconta il proprietario Lorenzo – lasciando da parte il guadagno economico, a volte discutibile, il vero tornaconto era in termini di allegria”.

“La Festa dello studente era davvero un momento importante nella vita della città, oltre ad attirare tanta gente da fuori. Ma il target dell’evento è sempre stato giovanile – spiega l’assessore Lorenzo Tempesta – un ragazzo che si muove per questo tipo di eventi non ha molta voglia di spendere soldi tra hotel e ristoranti, magari preferisce farsi ospitare da un amico o comprare da bere al supermercato. Al di là del lato economico, la vera ricaduta positiva è sempre stata a livello di immagine. La festa dava lustro e notorietà alla città”. E parla anche del problema dei fondi:  “Le risorse economiche sono diminuite sempre di più, bisognerebbe trovare forti sponsor per riproporla. Ma mai dire mai”.

E c’è chi già ha in mente qualche progetto innovativo per far sì che la festa possa essere anche motivo di guadagno per gli esercizi locali. A buttare lì una proposta è Matteo, gestore del Fuoritema: “I proprietari dei bar e dei pub dovrebbero mettersi tutti insieme e creare uno stand collettivo, vendere birra, sfornare pizzette, proporre aperitivi. E dividere poi il guadagno. Così nessun locale rimarrebbe vuoto ma la festa si sposterebbe, davvero per tutti, in Fortezza”.

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