Istituto per la Formazione
al Giornalismo di Urbino

i corsi - la sede - contatti
gli allievi - i docenti - l'istituto

Riccardo Cecchini al mondiale Superstock 1000. In Spagna per inseguire la vittoria

di    -    Pubblicato il 24/03/2014                 
Tag: , , , ,

Riccardo cecchini 2URBINO – Diventare motociclisti, anche se si è nati nella terra di Valentino Rossi dove i motori sono una ‘religione’, non è facile come potrebbe sembrare. E infatti Riccardo Cecchini, 20 anni da Tavernelle, una frazione di Serrungarina, ha scelto la Spagna per inseguire la vittoria. Diplomato all’istituto d’arte di Urbino, era uno di quei bambini che alla tenera età di 4 anni il papà ha messo in sella a una minimoto. Da lì non si è più alzato se non per cambiare mezzo: prima su una 70 cc nel campionato miniGp, poi senza passare per la 125 a 14 anni è saltato su una Kawasaki nel mondiale Supersport. “Ero troppo grande per stare in sella a una 125 e ho fatto questa cosa da fuori di testa – racconta Riccardo Cecchini – correvo anche con piloti di 30-40 anni”.

Quest’anno è stato ingaggiato dal team ungherese H-moto per il campionato Superstock 1000, l’anticamera della Superbike.  La sua prima pista è stata quella di Cattolica, quella da cui hanno iniziato molti dei migliori talenti italiani, da Rossi a Pasini e Simoncelli. Da allora la sua carriera di centauro è andata avanti grazie soprattutto all’aiuto dei suoi genitori. “Nei primi anni ci vogliono tanti soldi – confessa il pilota – si investe sperando un giorno di poterci guadagnare o almeno andare in pari. I miei genitori mi hanno aiutato tanto sia economicamente che nel trovare gli sponsor visto che si occupano di catering all’interno dei campionati mondiali”.

“Non si guadagna niente, anzi ci si rimette, confessa amaramente il pilota sfatando il mito del campione che si arricchisce. Spesso poi a questi sacrifici non corrispondono i risultati sperati e non è sempre colpa del pilota” fa capire Cecchini. “Gli ultimi 4 anni nella superstock 600 sono stati molto deludenti. Nei team italiani non mi sono trovato bene, sono rimasto molto deluso. Questo, il mio primo anno in un team straniero, è l’anno della rivincita”  racconta Riccardo togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. “Non mi pongo obiettivi particolari, voglio solo tornare a divertirmi, a correre di nuovo con il sorriso, il resto verrà da sé”.

L’ Italia lo ha molto deluso per tante cose ed è per questo che ha scelto di vivere in Spagna, vicino ad Almeria, dove, racconta, è tutto più facile, anche nel mondo del motociclismo. “La motogp? Un sogno per tutti – confessa – ma non bisogna esserne ossessionati, bisogna correre tranquilli. Insomma per diventare Valentino Rossi bisogna soprattutto imparare a divertirsi”.

Sullo stesso argomento:

I commenti sono chiusi