URBINO – “Le vie della scrittura sono infinite ma ci si arriva solo tramite una strada: la lettura. Infatti, per imparare a scrivere bisogna saper leggere e capire fino in fondo quello che si ha davanti”. Questo è il consiglio che la scrittrice Pergentina Pedaccini Floris ha dato agli studenti dell’Università di Urbino durante l’incontro “Leggere per scrivere dibattito intorno alla creatività narrativa” di questo pomeriggio al magistero. Per parlare di regole di scrittura e letteratura, oltre alla scrittrice, sono intervenuti durante il seminario anche la professoressa di Linguistica Loretta Del Tutto e lo scrittore urbinate Alessio Torino.
“La scrittura ha tante sfumature – ha continuato la scrittrice – ma per fare il lavoro perfetto come hanno fatto i grandi della letteratura italiana bisogna avere tanta preparazione e soprattutto tanto tempo”. Cita alcuni brani di Calvino, Leopardi e Benedetto Croce definendoli geni della letteratura e punti di riferimento per chi vuol fare lo scrittore. “Scrivere è un lavoro che ti spinge sempre a fare meglio. È un mestiere che si può insegnare, ma per farlo al meglio bisogna avere una vocazione”.
Quando si scrive un libro lo si fa perché questo venga letto. Fondamentale, quindi è il rapporto con il lettore. “ Quando penso al rapporto tra autore, libro e lettore mi viene in mente una frase di Snoopy: non c’è niente di più noioso dei sogni degli altri – dice Alessio Torino- perché quando una persona scrive molto spesso cerca di farlo raccontando i propri sogni, senza pensare che in realtà agli altri non interessano”. Scrivere, dunque, non deve essere una proiezione egoistica del proprio essere ma deve servire per comunicare qualcosa al lettore e trovare il proprio stile. “Ognuno di noi ha un X-factor – ha aggiunto Torino – bisogna saperlo riconoscere”.
In conclusione, i consigli della professoressa Loretta Del Tutto ai giovani che vogliono intraprendere questa professione: “Lo scrittore deve dare al lettore i mezzi giusti per capire il libro. Molto spesso l’errore che fanno i giovani scrittori è quello di non immaginare come suoneranno le loro parole nella testa del lettore”.