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Settemila i marchigiani tra i “conigli” del Papa: “Ma i figli non sono un peso”

di    -    Pubblicato il 21/01/2015                 
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Papa Francesco

URBINO – Seicentonovantotto. E’ questo il numero delle famiglie numerose presenti nella provincia di Pesaro e Urbino. Oltre quattromila persone (compresi i figli), all’incirca, che si saranno sentite chiamate in causa dalle parole pronunciate da papa Francesco sul volo che da Manila lo riportava in Italia: “Alcuni credono che, scusatemi la parola, per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli. No. Paternità responsabile”.

Nelle Marche ci sono quasi settemila “conigli”, fra madri e padri delle 3.366 famiglie numerose sparse tra le varie province. Un totale di circa 20mila persone, se contiamo anche i figli.

I numeri in provincia. Con i suoi 698 nuclei, la provincia di Pesaro e Urbino è la terza in una classifica che vede Ancona al primo posto con 921 famiglie numerose, seguita dalle 851 di Macerata. Ma in rapporto al totale dei nuclei familiari presenti in ciascuna provincia la percentuale è la più bassa (0,67%). Sono invece Macerata (0.95%), Fermo (0.91%) e Ascoli Piceno (e 0,74%) a classificarsi sul podio. E in tutti i casi, la media è più bassa di quella nazionale.

MAPPA / LA ‘DENSITÀ’ DELLE FAMIGLIE NUMEROSE (più scuro il colore, più alta la percentuale)

TABELLA / I DATI DI PROVINCE, REGIONE E MEDIA NAZIONALE


I dati nazionali. A livello nazionale questo tipo di famiglie rappresentano l’1% della totalità dei nuclei familiari, secondo gli ultimi dati Istat risalenti al censimento 2011. Si tratta però di un dato in calo. Tra il 1961 e il 2001 si è passati da 3 milioni a circa 190mila nuclei famigliari. Le ultime rilevazioni ne contano 163.640 in tutta Italia, ciò significa che in 10 anni il numero è calato di 27mila unità.

Spicchio di una torta che si fa sempre più piccolo nel corso del tempo, tra l’avanzare del processo di secolarizzazione e le difficoltà che queste famiglie oggi incontrano nella sopravvivenza quotidiana, decidere di mettere al mondo più di quattro figli è divenuto sinonimo di scelta in controtendenza.

Le ‘famiglie tra le famiglie’. Per questo motivo sono sorte sempre più associazioni con lo scopo di creare una ‘famiglia tra le famiglie’. Una rete di contatto e supporto che riunisce a livello regionale e nazionale persone che vivono secondo gli stessi valori cristiani e il medesimo amore per la famiglia.

Sono associazioni come l’Anfn, Associazione nazionale famiglie numerose, al cui responsabile per la regione Marche, Giampiero Bettucci, abbiamo chiesto un commento sull’invito di papa Bergoglio ad una procreazione più attenta: “Il Papa non ha detto nulla di nuovo. Questo concetto era stato già espresso da Paolo VI nell’encliclica Humanae Vitae. Della paternità responsabile ne siamo tutti convinti, solamente che oggi il mondo ha tradotto questo concetto con il fare solo un figlio. Un numero che non ricambia nemmeno il tasso di mortalità e che crea problemi dal punto di vista previdenziale, politico, lavorativo. Senza contare il gran numero di problemi economi cui si va incontro. Questo non l’ha fatto la Chiesa, ma la propaganda dell’idea che i figli siano un peso, un qualcosa da allontanare”.

Per Bettucci le parole dell’altro giorno andrebbero rilette all’interno del contesto originario, come ad esempio una fonte vaticana. Perché è possibile che una frase estrapolata da un discorso e inserita all’interno di un altro contesto, come un articolo di giornale, possa essere travisata.

“Io credo che il numero di tre per famiglia, che lei menziona, secondo quello che dicono i tecnici, è importante per mantenere la popolazione.Tre per coppia. Quando si scende sotto questo livello, accade l’altro estremo, come ad esempio in Italia, dove ho sentito – non so se è vero – che nel 2024 non ci saranno i soldi per pagare i pensionati. Il calo della popolazione. Per questo la parola‐chiave per rispondere è quella che usa la Chiesa sempre, anch’io: è “paternità responsabile”. Come si fa questo? Col dialogo. Ogni persona, col suo pastore, deve cercare come fare questa paternità responsabile. Quell’esempio che ho menzionato poco fa, di quella donna che aspettava l’ottavo e ne aveva sette nati col cesareo: questa è una irresponsabilità. “No, io confido in Dio”. “Ma guarda, Dio ti dà i mezzi, sii responsabile”. Alcuni credono che, scusatemi la parola, per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli”.
(Le dichiarazioni di Papa Bergoglio durante il volo Manila – Roma)

Anche il parroco della Chiesa Santissima Annunziata di Urbino don Sandro De Angeli sostiene che quella del Papa è una linea che nella Chiesa era già stata espressa, che non contraddice con quanto predicato da essa per secoli.

Secondo don Sandro con il termine ‘responsabilità’ Francesco ha voluto ricordare alle coppie che “la vita non si ferma al solo atto della procreazione. Prima di avere uno o più figli, bisogna essere certi di poter fornire loro sia un educazione che uno stile vita adeguati e dignitosi. Tuttavia – continua il parroco – è difficile generalizzare e stabilire quale sia il limite di responsabilità: questo andrebbe determinato caso per caso”.

Alla domanda se le dichiarazioni del Papa possano essere o meno un’apertura verso l’utilizzo di anticoncezionali, don Sandro sorride e risponde che tante volte un’affermazione del genere è stata interpretata come tale, ma sta solo a Francesco chiarire, in futuro, quale sia il vero significato della sua affermazione.

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