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Incubo alla Balena: ‘matite’ urbinati raccontano la nascita del loro fumetto

di    -    Pubblicato il 27/01/2015                 
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URBINO – Il tratto della mina corre leggera sul foglio e comincia a disegnare il profilo di Federico da Montefeltro e Battista Sforza. Annamaria Gentili e Niccolò Tonelli, fumettisti di Incubo alla Balena, mentre replicano i tratti di Piero della Francesca, raccontano la storia del loro fumetto.

Il collettivo Incubo alla Balena parte dall’idea di sette giovani ‘matite’, artisti che si sono conosciuti durante il corso post diploma organizzato dall’Istituto d’Arte a Urbino. Il nome Incubo alla Balena è un gioco di parole nato per caso che richiama la formula portafortuna “In culo alla balena”.

Attorno ad un semplice tavolo di casa, nascono i disegni dei ragazzi. Le idee sgorgano come un fiume e attraversano senza filtri le matite dei fumettisti.

Ognuno dei tre primi volumetti prodotti è stato stampato con un colore diverso, in tinta con la sfumatura del messaggio e di uno stato d’animo: adolescenza, amore, tormento, incubo e rabbia.

Incubo alla Balena, il primo dei fumetti pubblicati, getta il lettore in un turbinio di immagini terrificanti, da incubo, tratti forti di penna. Il colore predominante è il nero, simbolo dell’abisso di un sognatore tormentato.

La Rabbia del Canarino brilla di colore giallo racchiuso nella gabbia del contorno marcato. Il  contrasto tra la tenerezza dell’uccellino  e il nero della rabbia, colpiscono il lettore come un pugno nello stomaco.

Il terzo fumetto, Riccio d’amare, è di colore rosa. Storie autobiografiche o raccontante diventano per tutti le coordinate per trovare l’Amore, luogo così difficile da raggiungere.

L’ultimo lavoro XMe, xTe, XPe, è un mix di vecchi argomenti per nuove storie. I piccoli volumi sono un’esplosione di colori e storie. Le più emozionanti sono storie vere, raccontate dai pescatori di Pesaro, leggere memorie  che solo il disegno può trattenere.

Il sogno dei fumettisti è prima di tutto un investimento: i ragazzi non si sono fermati alle prime difficoltà. Con i propri risparmi e con lo zaino in spalla, carico di fumetti e progetti per il futuro, sono riusciti a portare nelle librerie della provincia e nelle fiere specializzate il loro lavoro.

Niccolò ammette  la difficoltà nel diffondere e far conoscere i loro disegni: “XMe, XTe  XPe è stato stampato a casa – raccontano al Ducato – con normali stampanti. Non abbiamo una sede perciò teniamo con noi, negli scatoloni, i nostri fumetti”.

Nel 2014, al Festival Internazionale di fumetto e di illustrazione di Treviso Incubo alla Balena si aggiudica il Premio Miglior Autoproduzione.

“Molto spesso la gente tende a confondere i fumetti con le storie per bambini – spiega Annamaria – ma non è assolutamente così. Non disegniamo favole. Noi cerchiamo di raccontare storie che lasciano qualcosa al lettore creando emozioni, domande a volte dando anche risposte”.

Le idee amatoriali dei ragazzi hanno incontrato i consigli di due grandi fumettisti: Alessandro Baronciani, disegnatore di Pesaro e talento della fumettistica italiana, e Davide Toffolo, fumettista e cantante dei Tre Allegri ragazzi Morti hanno ispirato i disegni di Incubo alla Balena.

I disegni dei Duchi di Urbino raccontano molto più di quello che mostrano. I fumetti parlano dei loro creatori. Niccolò disegna il conte Federico con tratto leggero. Le ombreggiature dello schizzo mostrano luci e ombre di un carattere timido ma determinato. Annamaria ha un tratto più calcato, deciso. Questa Battista Sforza ha carattere, donna moderna ornata da antichi gioielli. Annamaria la imita e sorride orgogliosa del suo lavoro. I ritratti di Piero della Francesca rivivono con un nuovo aspetto e con le firme di Niccolò e Annamaria.

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