URBINO – Si difendono su tutta la linea. Elisabetta Foschi, consigliere comunale a Urbino, e Mirco Ricci, capogruppo Pd in Regione, sono i due urbinati inseriti nella lista dei 66 indagati per peculato e truffa nell’ambito dell’inchiesta sulle Spese pazze alla regione Marche.
La Foschi spiega così le sue spese: “Le somme sono rimborsi mensili previsti che sono stati assegnati ai consiglieri per le attività sul territorio. La Procura di Ancona mi ha solo notificato l’atto in cui mi avvertono su alcune spese non adeguatamente documentate”. Ricci non ha voluto lasciare al Ducato commenti sulla vicenda. Si è difeso però sul Messaggero dicendo: “Siamo sereni. Coerentemente con quanto previsto dalla legge, nonché dal proprio regolamento interno, il gruppo Pd ha utilizzato i fondi per il proprio funzionamento”.
E se il capogruppo Pd deve rispondere dell’acquisto di computer, libri, pranzi e prenotazioni in hotel, il governatore delle Marche Gian Mario Spacca dovrà giustificare alla procura di Ancona i 700 euro spesi in un negozio di ottica. La somma di tutte le compere contestate agli indagati dai sostituti procuratori Giovanna Lebboroni e Ruggiero Dicuonzo è di 1,2 milioni di euro.
La Foschi ha riferito al Ducato di “aver piena fiducia nella magistratura e di non aver fatto cose improprie o non consentite dal regolamento. Capisco che possono non avere tutti i giustificativi perché la regolamentazione interna non obbliga l’amministratore del gruppo ad allegarle. Ecco perché io gli fornirò tutto il materiale che servirà loro”.
Il consigliere comunale analizza le conseguenze sulle elezioni di maggio in cui su voterà per il rinnovo del consiglio regionale e del governatore (Gian Mario Spacca è presidente uscente, confluito nel partito Marche 2020, insieme a Vittoriano Solazzi, presidente del consiglio regionale, anche lui indagato): “Mi rendo conto che è significativo come l’indagine termina proprio a pochi mesi dalle elezioni. Io conto di poter dire nella mia campagna elettorale esattamente quello che ho fatto in questi anni”.
Si dichiara fiducioso nel lavoro della magistratura anche Giovanni Gostoli, segretario provinciale Pd. “Chi ha sbagliato deve pagare. Chi ha operato in buona fede non deve essere messo alla gogna. La magistratura deve andare fino in fondo e in tempi rapidi. Per questo tutti i consiglieri regionali del Pd devono andare subito dalle autorità giudiziali e chiarire la situazione”.