FERMIGNANO – Fino a qualche anno fa la gente avrebbe fatto carte false pur di avere un appezzamento di terra su cui poter costruire. Ma la crisi ha cambiato tutto. E non ha risparmiato neanche la gestione del territorio. Succede così che a Fermignano i proprietari di zone edificabili stiano chiedendo che con il nuovo piano regolatore i loro terreni perdano valore e tornino agricoli. Perché di costruire non se ne parla. E l’Imu è una spesa troppo alta da sostenere.
Giovedì sera il Consiglio comunale deciderà se approvare la maxi variante al Prg varato nel 1997. Da allora “sembra passata un’era geologica”, ha ammesso il sindaco Giorgio Cancellieri a fine gennaio, mentre illustrava alla popolazione, ai tecnici e all’opposizione le linee guida del nuovo piano. Tra le modifiche più importanti c’è proprio la “retrocessione” di alcuni terreni edificabili, concentrati soprattutto nella frazione di Villa Furlo, che dovrebbero tornare agricoli. Secondo i proprietari su quei lotti, passati a loro insaputa da agricoli ad edificabili, di fatto non si può costruire. Perché la conformazione del territorio e la mancanza di fognature, illuminazione e servizi renderebbero comunque l’operazione molto costosa.
La signora Giacinti, che dopo una lunga riflessione aveva deciso di sfruttare l’edificabilità del proprio terreno, ha scoperto una volta iniziati i sopralluoghi che non era possibile costruire nulla perché c’era il rischio di frane. Nonostante questa scoperta, denuncia sua figlia Sabrina, “ha comunque dovuto pagare per intero l’Imu, come se nulla fosse cambiato”. Ancora più rammaricata Natalina Bernardini, che dalla sua casa di Pagino (a pochi metri dalla via Flaminia), racconta: “Ci hanno fatto questo lotto edificabile senza dirci nulla. E la cosa più grave è che per rifare le valutazioni dovevamo affidarci a un geometra e spendere soldi. Non è giusto!”.
“Nel ’97 erano era stata fatta una previsione urbanistica diversa perché il mercato ‘tirava’ – spiega l’architetto Luca Storoni, che sta curando il nuovo Prg – Ora invece bisogna cogliere l’occasione che la crisi ci ha dato e fare un passo indietro. Vogliamo accontentare i cittadini e, soprattutto, la nostra coscienza”. Uno degli obiettivi della giunta è infatti quello di restituire alla sua originaria vocazione naturalistica tutto il comprensorio di Pagino, nella zona di Villa Furlo.
Bisognerà ora vedere se il lungo iter per arrivare all’approvazione definitiva del piano regolatore si concluderà (positivamente) prima di giugno. In quel mese è infatti previsto il pagamento della prima rata dell’Imu. Che se i terreni tornassero agricoli non si dovrebbe pagare, visto che il comune è tra quelli esenti.