URBINO – Ammontano ad almeno 300mila euro i danni che il maltempo ha causato nell’ultima settimana nel comune di Urbino. È la stima approssimativa del sindaco Maurizio Gambini, raggiunto al telefono dal Ducato. Una cifra che tiene conto dei danni provocati dal crollo di cornicioni, da frane, smottamenti e piante divelte, come quella che ha causato la morte di Rita Bucarini, la donna di 48 anni di Urbania che lo scorso giovedì è rimasta schiacciata sotto un ramo staccatosi per le forti raffiche di vento. Per quanto riguarda la provincia di Pesaro e Urbino, invece, i danni non sono ancora quantificabili.
“Il nostro territorio è a forte rischio idrogeologico – ha detto il sindaco – la situazione è delicata e la mappatura non è completa. Si tratta di situazioni che si è tentato di arginare, ma le risorse economiche disponibili sono scarse. Il problema è che si interviene sempre per risolvere e mai per prevenire”. Importante nel quadro di prevenzione è il coinvolgimento del settore primario, quello agricolo, deputato alla salvaguardia del territorio. Proprio pochi giorni fa, il 3 marzo, la regione Marche ha approvato una deliberazione legislativa con la quale le imprese agricole sono riconosciute come “custodi dell’ambiente e del territorio”, dedite “alla manutenzione del territorio attraverso attività di sistemazione volte alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e mantenimento dell’assetto idraulico e idrogeologico e alla difesa da avversità atmosferiche e incendi boschivi specie nei territori montani”.
Il nuovo piano di sviluppo rurale (2014-2020, poi slittato di un anno) prevede importanti risorse economiche per le imprese agricole che possono realizzare investimenti strutturali interamente finanziati con i fondi provenienti dalla Comunità europea. “È necessario – ha detto Gambini – incentivare la conoscenza di questo piano, che rappresenta un’occasione per mettere in sicurezza le singole aziende, ma anche la viabilità pubblica e il bene comune”.
Finora, lamenta Gambini, non c’è infatti stata un’adesione adeguata da parte delle imprese agricole: “Bisogna quindi che le associazioni di categoria sensibilizzino le aziende affinché adottino queste misure. Già il vecchio piano rurale prevedeva questa possibilità”. Ma le risorse non sono state utilizzate e sono ancora a disposizione nelle casse del Comune. “Se la tendenza è questa, ovviamente i fondi verranno diminuiti”.
Intanto in città continuano gli interventi per mettere in sicurezza le aree a rischio. In questi giorni sono stati circa quaranta quelli dei Vigili del Fuoco, tutti per evitare che gli alberi causassero ulteriori danni. Le situazioni più critiche ai Collegi, dove la donna ha perso la vita e a Santa Lucia, dove sempre giovedì due pini sono caduti su alcune macchine. “Non c’era un rischio prevedibile – ha detto Gambini – l’eccezionalità degli eventi ha fatto sì che fossero danneggiate anche le piante sane. Stiamo intervenendo dove c’è un pericolo, anche nei casi di piante secolari, come è successo, per esempio, a Mercatale”. Ma, ricorda il sindaco, “non si può radere al suolo tutto”. Per questo è stato incaricato un tecnico esperto di Modena che farà un sopralluogo per valutare le situazioni più a rischio.
Due alberi saranno abbattuti lunedì pomeriggio al convento di San Francesco. I due abeti, danneggiati dal forte vento dei giorni scorsi, erano già inclinati da giovedì. Inizialmente sono stati fissati al terreno dai Vigili del Fuoco con una corda, sostituita questa mattina da un cavo d’acciaio. Ma le piante, come racconta frate Andrea, rappresentano un pericolo per gli abitanti delle case vicine. Per questo una ditta privata è stata incaricata della loro rimozione.
Per evitare possibili incidenti le scuole e le università di Urbino sono rimaste chiuse venerdì 6 e sabato 7 marzo. Soltanto l’asilo Valerio di via Ubaldini ha preferito sospendere le attività anche per la giornata di lunedì. I bambini torneranno a scuola martedì 10 marzo. L’edificio, chiuso da giovedì mattina, a causa delle raffiche di vento ha subito danni alla parete posteriore esterna.
I danni creati dal maltempo sfiorano ormai il milione di euro. Agli ultimi 300.000 euro vanno sommati gli oltre seicentomila causati dalle forti piogge che a inizio febbraio avevano portato ad allagamenti e frane in tutta la provincia.