URBINO – La decisione di Vittorio Sgarbi di rinunciare alla candidatura di Urbino come Capitale italiana della Cultura 2016-2017, e nell’eventualità, a un premio di un milione di euro, ha dato il via alle prime dichiarazioni, in maggioranza contro l’assessore. Più che sui meriti della scelta, le forze politiche dicono di non essere state interpellate.
“Apprendo la notizia dalla stampa – dice il consigliere del Pd Piero Sestili – mi sembra una decisione un po’ affrettata. Siccome non si accetta l’idea di una competizione allora si esce? Se si ragiona in base a vecchi campanilismi allora l’Italia non è nemmeno uno stato”. Sgarbi aveva infatti parlato di “competizioni penose che mettono le città d’Italia una contro l’altra” in “un’insensata corsa al massacro”.
L’assessore alla Rivoluzione ha puntato il dito sui criteri sul lavoro della commissione ministeriale: “In che modo si sceglierà la città vincitrice?”. Il bando prevedeva la presentazione di progetti di valorizzazione del territorio, ma a riguardo Sgarbi si domanda: “Come si può giudicare una cosa che è solo annunciata con tutti i buoni propositi? E’ evidente che Urbino per il suo passato è incomparabile, come qualunque altra città d’arte italiana”.
“Forse mancava un progetto”, aggiunge Sestili pensando agli impegni di Urbino in vista di Expo: la riapertura della Data e il padiglione con le eccellenze del Montefeltro che la città è riuscita ad aggiudicarsi proprio a Milano. “Mi sembra una scelta di disimpegno”.
Dello stesso parere è Gualtiero De Santi, di Sinistra per Urbino: “Forse non c’è stato il tempo di pensare a un piano. Una decisione del genere che investe l’immagine di Urbino e mette in gioco la città doveva essere portata in consiglio”. Secondo De Santi sarebbe stato opportuno coinvolgere i diretti interessati, in primis le associazioni culturali locali: “Posso capire le motivazioni di Sgarbi ma sono sufficienti?”.
Anche nel Movimento Cinque Stelle si chiedono perché l’assessore alla Rivoluzione non abbia indetto un tavolo per decidere sulla questione. “Può essere una scelta giusta e Sgarbi avrà le sue ragioni – dice il portavoce M5S Pierluigi Ferraro – le decisioni non si prendono sempre in base al dio denaro. Ma l’assessore doveva confrontarsi con tutti e portare la cosa in consiglio. La maggioranza si prenderà la responsabilità di questa scelta in toto”.
Voce fuori dal coro è Laura Scalbi capogruppo dei Verdi che è d’accordo con la scelta di Sgarbi: “Come dice l’assessore è la storia di una città che decide se può essere capitale e non una commissione ministeriale”. A chi crede che mancasse un progetto dall’inizio Scalbi risponde: “Al di là del bando un progetto turistico per la città già esiste e con Sgarbi è chiaro che Urbino ha fatto passi avanti”.
Per il segretario della Confturismo di Urbino, Egidio Cecchini, Sgarbi ha fatto bene: “È una decisione giusta, l’assessore ha molti elementi per valutare, ci fidiamo della sua scelta. Noi, dalla nostra, possiamo dire che con questa giunta l’attenzione al turismo è cresciuta. Più che in passato siamo stimolati a migliorarci, anche se la città ha bisogno di interventi”.
Gli albergatori si chiedono se la città non abbia perso un’occasione per incrementare il turismo. All’hotel Piero della Francesca, un centinaio di posti letto, pensano che “è un errore aver rinunciato, in un periodo difficile come questo poteva essere una cosa positiva. I numeri sono più o meno uguali agli anni passati per ora i risultati evidenti non ci sono”.
“Noi siamo sempre a favore di ogni possibilità”, dicono in un altro albergo, al Raffaello, “anche se la vera novità di questa giunta è Sgarbi che ha portato molte mostre. Lo dimostrano numeri migliori rispetto agli ultimi anni”.