PERUGIA – Mentre gli altri volontari dormono (tranne i colleghi di radio), noi del web magazine ci alziamo: alle 8.30 c’è la riunione di redazione per decidere a quali eventi partecipare e quali speaker intervistare. Ci mettiamo il tesserino “volunteer” al collo e partiamo. All’entrata della sala stampa una ragazza della Nescafè – uno degli sponsor del festival – ci offre il caffè. Forte. Per iniziare una giornata che finirà tra 12 ore.
Siamo tutti all’incirca della stessa età – 25 anni all’incirca – anche i ‘capi’ e fare amicizia è la cosa più naturale, visto che tutti e 30 condividiamo la stessa ‘passionaccia’. È Matteo Pascoletti, giornalista di Valigia Blu e scrittore, a smistarci in base ai temi delle conferenze e in base alle nostre conoscenze ed esperienze lavorative passate. Durante la divisione dei turni della giornata ci conosciamo meglio e raccontiamo le nostre storie. Con certo stupore abbiamo notato che in molti ci guardano con una certa aura di riverenza, visto che veniamo dalla scuola di giornalismo di Urbino. I nostri colleghi del festival ci chiedono continuamente come funziona la scuola, cosa facciamo e cosa offre di bello la città, ma la domanda più frequente è: “Come funziona l’esame di ammissione?”. Sì, perché la maggior parte dei volontari, finiti gli studi, vorrebbe entrare in una scuola di giornalismo, magari proprio in quella di Urbino. Quello che più interessa è entrare nell’albo, ma sono attratti anche dalle lezioni specializzate e dal lavoro di redazione che facciamo al Ducato.
Ognuno di noi ha un account WordPress, attraverso il quale carichiamo gli articoli che ci vengono assegnati e prima della pubblicazione tre ragazzi – i temibili fact-checker – effettuano un controllo sugli articoli. Ognuno di loro segue 10 ragazzi: Ludovica Lugli, della scuola Holden, segue i ragazzi dalla A alla E, Alessandra Pradelli, giornalista della Gazzetta di Parma, quelli dalla F alla P e Claudia Torrisi, giornalista di Vice Italia e Fanpage, quelli dalla R alla Z.
Ridendo e scherzando sono quasi le 10 e le prime conferenze stanno per cominciare. Non lavoriamo solo tra di noi: ogni giorno collaboriamo con il gruppo dei videomaker e dei fotografi per portare a casa un pezzo completo (testo, foto e video) al giorno per il web magazine. Da qui in poi non ci riuniamo più. Ognuno è libero di organizzarsi il lavoro come vuole, compatibilmente con i turni stabiliti e anche i tempi di consegna sono molto larghi.
#ijf15 @sergioferraris @FIMAit: giornalismo ambientale opera su dati. ma in Italia li usiamo in modo povero, poco innovativo. perché?
— GiornalistiNell’Erba (@gNellerba) 15 Aprile 2015
Proto, il grande bluff. L’incredibile storia di un falsario #ijf15Una nuova foto su Instagram pic.twitter.com/zUGNgaKKbE
— Riccardo Staglianò (@rsta) 15 Aprile 2015
A pensarci bene, l’altro momento in cui ci ritroviamo quasi tutti è il pranzo. Nella sala di accoglienza dell’Hotel Brufani, il quartier generale della squadra dei volontari, ci attende un cestino con panini, pizze, acqua e frutta. Il sacchetto arancione è il pasto tradizionale, mentre quello verde contiene il cibo per i vegetariani. Basta dire il nome alle volontarie della logistica e puoi ritirare il pranzo. Ma non tutti possono avere questo ‘privilegio’: i volontari della ‘prima ora’ sono in lista, mentre i ripescati devono comprarsi il pranzo per conto loro.
Tra una conferenza e l’altra, la città si popola di firme importanti. Al bar puoi incontrare Riccardo Iacona di Rai3 che sorseggia un caffè o Roberto Tallei di Sky Tg 24 mentre passeggia per il corso prima della diretta della sera.
A fine giornata torniamo in ostello. O meglio, negli ostelli. Siamo divisi in due gruppi. In quattro camerate. I più fortunati – i volontari della ‘prima ora’ – dormono in stanze con quattro posti letto, un lusso se paragonate a quelle dei ripescati e del resto dei colleghi del Ducato, che dormono in camere da 12 (per i ragazzi) e 8 posti letto (per le ragazze). Non si sa come andrà la convivenza notturna, visto che stanotte sarà la prima per tutti e 30 gli allievi urbinati. Non osiamo immaginare come si organizzeranno le ragazze domattina per il bagno.
La prima giornata è andata. Domani si ricomincia!