URBINO – Il presidio Expo a Urbino, in allestimento all’interno della Data, sarà aperto il 20 maggio. In ritardo rispetto alla tabella di marcia – doveva essere inaugurato il 1 maggio – ma in tempo per l’arrivo delle delegazioni straniere, previsto per i primi di giugno. Non ci sarà però il marciapiede che doveva essere realizzato davanti all’edificio: anche lì ci sono stati degli slittamenti, perciò se ne riparlerà una volta finito il presidio. “Non vogliamo che ci sia un cantiere davanti al presidio Expo” ha spiegato il sindaco di Urbino Maurizio Gambini.
“Non abbiamo ancora aperto il presidio perché ci sono stati ritardi a livello di amministrazione regionale – sostiene l’assessore all’urbanistica di Urbino Roberto Cioppi - L’allestimento dell’interno infatti era di loro competenza, noi dovevamo solo rifare la pavimentazione”. A rallentare le operazioni, il fatto di aver lanciato un solo bando per tutti i cinque presidi da allestire nelle Marche. “Non ci hanno ancora fornito monitor, sistemi audiovisivi e altri supporti tecnologici – continua Cioppi – ma questo non creerà disagi. In fondo è comprensibile, anche a Milano ci sono stati dei ritardi. Per quando arriveranno le delegazioni sarà tutto pronto”.
Per quel che riguarda il marciapiede, il discorso è più complesso. Doveva collegare l’infopoint degli uffici del turismo alla scala a chiocciola all’interno del bastione, ma non era tutto a carico del Comune. “Per la costruzione della rampa finale – precisa Cioppi – abbiamo ricevuto dei finanziamenti dall’Unesco. Per questo abbiamo dato la priorità a quella parte del progetto. Il resto invece è a nostro carico. Non saprei dire quando sarà realizzato, ancora dobbiamo fare il bando”.
“La costruzione della rampa è durata qualche settimana in più del previsto – spiega Gambini – e visto che la situazione è decorosa e non crea disagi – dove dovrebbe sorgere il marciapiede c’è un prato – riteniamo sia opportuno aspettare la fine dell’Expo”.
Anche perché Soprintendenza e Comune dissentono su alcuni punti. “Noi preferiremmo farlo in mattone, lasciando un po’ di erba ai lati – continua Gambini – mentre loro vorrebbero spianare tutto il prato e utilizzare il cocciopesto. È solo una questione di opportunità architettonica, è il biglietto da visita della città e deve essere conforme all’architettura del luogo, dobbiamo trovare la soluzione più adatta. Valuteremo nei prossimi giorni”.