Vulnerabili, la vita dei migranti nel centro per rifugiati e richiedenti asilo di Comiso

di CLAUDIO ZAGO

Il centro per rifugiati “Farsi prossimo” di contrada Serra Carcara, vicino a Comiso, in Sicilia, non è un centro d’accoglienza qualsiasi. Accoglie i migranti che il Ministero dell’Interno chiama “vulnerabili”. Vittime di tortura o violenza, disabili e persone che necessitano di assistenza sanitaria anche prolungata: dializzati, ragazzi affetti da hiv, tubercolosi, poliomielite.

Sbarcano sulle nostre coste, a un’ora d’auto da Comiso, a Pozzallo, dove ricevono la prima accoglienza. Col progetto S.p.r.a.r (Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo) lo Stato italiano fornisce loro una seconda accoglienza: un programma di sei mesi (a volte più) in cui i migranti proveranno a ottenere la protezione internazionale per rimanere in Italia o andare all’estero.

Abbiamo trascorso una giornata nel centro e raccontato la storia di chi ci vive e quella di chi ci lavora.

Questo servizio è un Progetto di fine corso per il biennio 2014-2016 dell'Istituto per la Formazione al giornalismo di Urbino (IFG), pubblicato il 18 marzo 2016.