Sgarbi e Urbino, il bilancio di un anno e mezzo vissuto (quasi sempre) da lontano

Vittorio Sgarbi
di MARCO TONELLI

URBINO – Vittorio Sgarbi si è dimesso. All’ormai ex assessore alla cultura, all’Agricoltura, difesa del paesaggio e del centro storico, l’albero di natale d’artista in piazza della Repubblica non è mai andato giù. “Essendo venute a mancare le regole elementari di lealtà e di rispetto delle deleghe (fra le quali quella al centro storico), pertinenti al mio ruolo, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni”, ha scritto il noto critico d’arte in un comunicato stampa pubblicato su Facebook questa mattina.

Si chiude così un anno e mezzo vissuto a tutta velocità tra polemiche, provocazioni, alcuni successi che hanno dato lustro alla vita culturale di Urbino e tante assenze.

L’installazione dell’albero, insieme a tutte le altre iniziative natalizie,  è stata approvata il primo di dicembre con una delibera di giunta. L’ex assessore, però, quel giorno non c’era. “Si deve interessare di più a quanto facciamo. Vorremmo che venisse più spesso in Giunta” aveva sottolineato l’assessore al Turismo Francesca Crespini negli ultimi giorni. Per Sgarbi, però, la questione non si è mai posta. “Non vedo alcuna relazione tra la mia presenza in giunta e l’albero, è una questione di salvaguardia del centro storico”, aveva chiarito in una telefonata al Ducato.

Battaglie vinte, poltrona vuota. Il noto critico arte ha fatto parte dell’amministrazione guidata da Maurizio Gambini dal 14 giugno 2014 ma in quasi un anno e mezzo di attività è stato presente solo al 7% delle riunioni di giunta (9 su 81) e tre consigli comunali su venti (Sgarbi non è consigliere, ma assessore esterno in quota Verdi). Tante le esternazioni, le battaglie,  ma non altrettanto assidue le presenze alle riunioni, in particolare quelle che interessano il suo assessorato. Lo aveva detto fin dall’inizio: “Il mio incarico di assessore alla Cultura non impone la mia presenza costante, l’importante è che io produca idee e che le porti a termine. A Urbino sarò presente quando servirà”.

  • Sgarbi è riuscito nell’intento di portare alla Galleria Nazionale quadri come “La bella principessa” di Leonardo, ma quando la giunta si è riunita per deliberare, Sgarbi non era presente.
  • Altra grande battaglia è la trasformazione del museo cittadino nella Casa della Poesia, (molto probabilmente “il museo della letteratura” promesso nel programma elettorale), ma al momento di dare il via alla creazione della struttura la sua poltrona era vuota.
  • Nelle settimane precedenti l’Expo di Milano, Sgarbi è stato “ambasciatore” della città ducale. L’allestimento della Data a spazio multifunzionale e presidio Expo a Urbino, che ha accolto le delegazioni straniere in visita, è da attribuire all’assessore alla Cultura. Ci ha messo la faccia, ma non la firma. Perché nelle riunioni di giunta dedicate, di Sgarbi non c’era traccia.
  • Poltrona vuota anche durante i preparativi per la Festa del Duca, l’evento principale dell’estate urbinate, sia nel 2014 che nel 2015.

Su agricoltura, difesa del paesaggio e del centro storico, non esistono delibere a testimoniarne l’operato (a parte la partecipazione a progetti Unesco).

Le presenze. Per la Pasqua 2015 il centro storico di Urbino è stato abbellito con uova decorate da artisti. Nella riunione di giunta che ha dato il via all’iniziativa Uova d’Artista, Sgarbi c’era.

L’assessore ha messo la sua firma anche sulla convenzione per un’attività di ricerca dell’Isia e nell’organizzazione della stagione concertistica 2014 -2015 al Teatro Sanzio.

In consiglio comunale è stato presente il 23 giugno 2014  per l’insediamento dell’amministrazione Gambini, lo scorso 21 settembre 2015 in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria all’ex soprintendente Maria Rosaria Valazzi,  e il 16 novembre  di quest’anno per rispondere all’interrogazione (poi ritirata) del gruppo consiliare del Pd in merito proprio alle sue assenze.

Quel che conta è il risultato”. La questione è sempre stata oggetto di discussione tra maggioranza e opposizione. “Abbiamo sempre sottolineato in Giunta il fatto che Sgarbi dovesse essere presente in città, abbiamo anche presentato un’interrogazione chiedendo quante volte fosse venuto e cosa avesse fatto. Ci hanno detto che la sua presenza non era importante, ma il fatto che facesse qualcosa per Urbino”, ha dichiarato al Ducato il segretario Pd locale Federico Scaramucci a metà dicembre. In effetti la linea del sindaco Gambini, nel merito, non è mai cambiata: non conta il numero delle presenze ma la qualità del lavoro svolto.

Tanto lavoro da fare. Il programma elettorale  dei primi tre anni a Urbino di Vittorio Sgarbi (candidatosi con la lista “Verdi Art 9  con Sgarbi”) prevedeva 13 punti. Tra questi, la creazione del primo museo dedicato al Falso d’autore, le mostre “Il rinascimento a Urbino” e il”Il rinascimento segreto”, senza dimenticare il Museo dell’Armonia in collaborazione con il Fai e il progetto di portare “La Pala di Brera” a Urbino con la mostra “Nani sulle spalle dei giganti”.  Di tutto questo la città non ha ancora visto nulla. Mentre l’assessore ferrarese è riuscito nell’intento di portare la locale scuola del Libro al Salone 2015 a Torino “Non ho nulla da recriminarmi né buoni propositi da portare avanti per il futuro”, ha dichiarato.