di ANTONELLA SCARCELLA
URBINO – Ecco come appare Urbino vista dall’Est europeo. Non una prospettiva fotografica ma uno sguardo d’artista fissato sulle opere provenienti dall’archivio del Kaus Urbino e in esposizione nella mostra di arte contemporanea tra le mura dell’Oratorio di San Giovanni Battista. Il contrasto tra i disegni e l’edificio colpisce subito: qui, una serie di incisioni appese a due fili di metallo, senza cornici. Nella stanza accanto gli affreschi dei fratelli Salimbeni. “Urbino vista dall’Est” è una ‘antologia’ di disegni e incisioni, allestita nella “Sala Salimbeni”, il nuovo spazio culturale di via Barocci. La maggior parte delle incisioni sono xilografie e cartografie che alcuni maestri e studenti polacchi, due lituani e una bosniaca, hanno realizzato ispirandosi alla città ducale, lasciandosi trasportare dalla sua storia e dall’architettura.
“Tutte queste opere sono state pensate, incise e stampate a Urbino – racconta il curatore della mostra Giuliano Santini – nei laboratori dell’associazione Kaus, dal 2001 al 2012 , durante i corsi estivi internazionali quando ospitiamo artisti stranieri”.
La mostra è la cronaca di un viaggio verso e dentro Urbino: si parte con le mappe incise dal lituano Egidijus Rudinskas dedicate al suo viaggio da Kaunas a Urbino e al percorso di città in città che fece Raffaello durante la sua vita artistica. Si prosegue con alcuni paesaggi incisi dei polacchi Danuta Wieczorek e Jan Szmatloch, poi il panorama della città di Stefan Spiel e Malgorzata Maslarz, dalla Polonia anche loro. ” È un percorso sensoriale tra le vie della città – spiega Santini – che abbiamo scelto di arricchire lasciando al visitatore le opere libere da cornici, così da poterle toccare e annusare”.
La passeggiata nell’ “Urbino vista dall’Est” prosegue tra le vie della città, le finestre, i palazzi, Palazzo Ducale. Stanislaw Wejman, Dariusz Vasina, Dariusz Kaca e Eugeniusz Get Stankiewicz rendono omaggio al duca Federico da Montefeltro, Raffaello e Paolo Volponi. Una delle opere dedicate al poeta è accompagnata dalla poesia “Le Mura di Urbino”, mentre altri artisti sono colpiti da piccole cose, apparentemente fuori contesto, ma simboli identificativi di Urbino, come le ciliegie del Duca, realizzate dalla bosniaca Leila Besic. Il viaggio si conclude con un’altra mappa di Rudinskas, stavolta però vediamo la città descritta nelle “Città invisibili” di Calvino. “Un po’ come un visitatore che quando lascia Urbino torna a casa ancora sognante, immerso nella bellezza della città invisibile”, sorride Santini.