Sanità, sindaco di Sassocorvaro pronto a dimettersi. I comitati: “Passeremo alle vie legali”

di DANIA DIBITONTO

URBINO – Si dice pronto a “riconsegnare la fascia” il sindaco di Sassocorvaro Daniele Grossi, come ultima spiaggia dopo le catene, le denunce, e sit-in contro la riforma sanitaria che ha tagliato i presidi nell’entroterra. “Ma non da solo – dice Grossi – dovremo essere in 55 sindaci a farlo tutti insieme”. Quasi la totalità dei 59 sindaci della provincia di Pesaro e Urbino.

Al centro della loro protesta, e del presidio 24 ore su 24 che si sta tenendo all’ospedale Lanciarini di Sassocorvaro, c’è la delibera regionale 753 del 2013, che prevede la chiusura degli ospedali più piccoli, punti di pronto soccorso compresi, pensata per favorire una riorganizzazione territoriale delle strutture sanitarie. “Noi non vogliamo un semplice rinvio dell’applicazione – spiega il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, presidente della Conferenza dei Sindaci di Area Vasta 1 – vogliamo proprio la revoca della 753, e poi ridiscutere insieme il piano di organizzazione della rete ospedaliera”. La chiusura dei punti di pronto soccorso del territorio sta sovraccaricando quello dell’ospedale di Urbino: “Non esiste che si smantellino i pronto soccorso dei paesi – aggiunge Gambini – non si può fare. Urbino ora è un disastro assoluto , è andato completamente in tilt. Ci stanno creando problemi seri”.

Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli sarà presente alla prossima assemblea dei sindaci che si terrà sabato 16 gennaio a Urbino. Si confronterà così sul tema per la prima volta direttamente con gli amministratori locali. Domani Ceriscioli incontrerà inoltre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin per l’apertura del tavolo tecnico sulle assunzioni di medici e infermieri.  Il sindaco di Sassocorvaro, che ha passato la notte incatenato al cancello del Lanciarini, parla di violazione della costituzione: “L’articolo 32 dice che abbiamo diritto alla cura e alla sanità pubblica – dichiara Daniele Grossi – ma a Sassocorvaro hanno tagliato i 25 posti letto di lunga degenza che avevamo, con una determina firmata il 24 dicembre. Chi firma questi provvedimenti il 24 dicembre dovrebbe venire a trovarci a Sassocorvaro, per vedere che non abbiamo strade a scorrimento veloce, per capire come si fa a percorrere due ore di strada per andare a Pergola per un ricovero d’urgenza”.

La difficile situazione della viabilità nell’entroterra marchigiano è uno dei motivi per cui sindaci e comitati hanno intenzione di chiedere l’applicazione del decreto Balduzzi, che fermerebbe la chiusura dei piccoli ospedali in considerazione dell’”area disagiata” in cui si trovano. Area che in questo caso includerebbe 19 comuni dell’entroterra, fra cui Sassocorvaro, per un’area di 600 chilometri quadrati. “Il servizio di pronto soccorso 24 ore su 24 deve essere ripristinato al più presto – dice Cesare Fiorillo, portavoce del comitato Pro–Lanciarini, dei cittadini a difesa dell’ospedale di Sassocorvaro – perché in questo momento per noi si configura un reato, quello di interruzione di pubblico servizio. Ecco perché come comitato passeremo al più presto alle vie legali. Sarà un magistrato a stabilire se è possibile gestire le emergenze con la 753. La tragedia, oggi, è che i medici non sanno cosa fare dei pazienti in emergenza, non sanno dove mandarli”.

La protesta vede i sindaci uniti a prescindere dalla propria appartenenza politica, “non vogliamo strumentalizzazioni né divisioni interne”, spiega Grossi. L’obiettivo è mantenere una voce compatta che riesca a farsi ascoltare al tavolo delle trattative con la Regione.