di Valentina Ruggiu e Enrico Forzinetti
URBINO – Rispettare i parametri fissati dalla Spending Review è complicato. Lo sa bene la regione Marche che per diminuire le spese sanitarie, dopo aver già attuato un corposo taglio ai posti letto, ora ha cambiato tattica: non tagliare ma trasformare. Passare dai più costosi posti letto di lungodegenza e riabilitazione – rispettivamente di euro 154 e 312 al giorno per posto letto – a quelli più economici delle cure intermedie (145 euro). È cosi che la Regione ha deciso di rimettere mano all’organizzazione delle piccole strutture sanitarie. A farne le spese anche gli ospedali di Sassocorvaro, Cagli e Fossombrone che si sono visti dimezzare anche il servizio di primo intervento (i Ppi), che da h24 è stato ridotto a mezzo servizio.
La delibera della discordia. La situazione in cui versano le piccole strutture ospedaliere della provincia di Pesaro e Urbino è più delicata che mai. Tutto nasce da una delibera della giunta regionale, la 1183, del 22 dicembre scorso: le “Case della salute”, come dal 2013 vengono chiamati gli ex ospedali di Sassocorvaro, Fossombrone e Cagli, diventano “Ospedali di comunità”. Ma non è solo un cambio di nome. Secondo la nuova delibera variano anche servizi offerti: una riduzione dell’attività dei punti di primo intervento da 24 a 12 ore (dalle 8 alle 20) e posti letto per la lungodegenza riconvertiti in posti per le cure intermedie, un’assistenza ospedaliera che viene garantita per massimo 30 giorni.
La situazione però cambia nuovamente quando, il 16 gennaio 2016, i sindaci dell’Area Vasta 1 incontrano il presidente della Regione Luca Ceriscioli e di comune accordo decidono di fare marcia indietro. Stop ai cambiamenti. Si tornerà – almeno sulla carta – alla situazione precedente, cioè alle vecchie Case della Salute: Ppi aperti h24 e ripristinata la lungodegenza. Sulla carta, appunto, perché nel frattempo posti letto e turni di lavoro erano già stati riorganizzati e negli ospedali di zona servirà ancora un po’ di tempo per tornare alla situazione prenatalizia.
Ma non tutti sono soddisfatti, neanche di questa marcia indietro. “Si tratta solo di un piccolo correttivo – precisa Fernanda Mariotti del Forum provinciale per i beni comuni – in realtà gli stessi sindaci una settimana prima avevano chiesto alla Regione di revocare anche la 735, con l’intento di mettere in discussione l’intera riorganizzazione delle strutture ospedaliere”.
Qual è la situazione attuale?
- Sassocorvaro. “La situazione è critica – ci spiega il sindaco Daniele Grossi – anche riportassero il punto di primo intervento a 24h e reintroducessero i posti letto per la lungodegenza, in ogni caso sarebbe un servizio ridotto all’osso: dal 31 dicembre la Montefeltro salute, erogatore privato di servizi sanitari, non è più attiva”. Alcuni i servizi di dermatologia, oculistica, cardiologia e ortopedia sono momentaneamente sospesi in attesa che subentri il nuovo privato. Al momento per qualsiasi visita i pazienti, compresi quelli ricoverati, devono far riferimento all’ospedale di Urbino.
- Ospedale di Fossombrone. Nonostante il ripristino delle attività deciso il 16 gennaio, il punto di primo intervento è ancora aperto 12 ore. Mancano i medici per coprire il turno di notte e una comunicazione ufficiale che autorizzi a ripristinare i servizi. Per ora – fanno sapere dall’ospedale – è arrivata solo una chiamata informale. Attualmente il reparto di lungodegenza è in ristrutturazione e per questo è stato integrato con quello di medicina. In teoria il reparto prevede 10 posti letto, con o senza sospensione della nuova delibera. Il testo approvato – e poi bloccato – a fine dicembre assegnava però ulteriori 20 posti letto dedicati alle cure intermedie. Agli attuali 30 si sarebbero infatti aggiunti quelli gestiti dall’azienda ospedaliera Marche Nord. La riunione dei sindaci vorrebbe che questi 20 posti fossero destinati alla lungodegenza, ma la trattativa è ancora in corso. “La situazione è paradossale. Qui abbiamo 19 posti letto per cure intermedie vuoti mentre a Urbino ci sono almeno 30 pazienti fuori reparto”, denunciano dal M5S di Fossombrone.
- Ospedale di Cagli. 35 posti letto per le cure intermedie e 20 per la riabilitazione intensiva, azzerato il servizio di day surgery e punto di primo intervento dimezzato a 12 ore. Questo quanto previsto dalla delibera sospesa. Tornando indietro dovrebbero ricomparire a breve i 25 posti di lungodegenza e l’apertura del punto di primo intervento a 24 ore.