Turismo, design e motori: accordo tra l’Università di Urbino e il Museo Morbidelli

di LUCIA GABANI

URBINO – L’Università di Urbino e il Museo Morbidelli di Pesaro uniscono le energie per aumentare il numero di turisti. Il rettore della Carlo Bo, Vilberto Stocchi, ha ricevuto nella sala del rettorato, Maurizio Bruscolini, vice presidente della associazione AM Museum, e Carlo Ricci, titolare di ViaTicinostudio, l’agenzia di comunicazione che ha creato il progetto per il rilancio del Museo Morbidelli di Pesaro.

Museo Morbidelli 1“L’inovazione e la creazione creano cultura” con queste parole il rettore ha accettato la collaborazione con il museo Morbidelli. “Quando organizziamo visite guidate per amanti delle auto e delle moto d’epoca nel nostro museo – ha spiegato Bruscolini – i visitatori ci chiedo come raggiungere Urbino perché la maggior parte di loro sono turisti intellettuali”.

La collaborazione non si limiterà alla reciproca promozione tra i musei urbinati e pesaresi. Alcuni dipartimenti dell’università collaboreranno con ViaTicinostudio per ristrutturare l’immagine del museo, lo storytelling e il piano marketing per rilanciare la collezione Morbidelli. “Vorremmo permettere ai visitatori di conoscere la storia della moto che stanno guardando e spiegare loro come abbia fatto Giancarlo a trovarla” ha spiegato Bruscolini.

Una bottega artigianale. Nei trecento metri quadrati della ex fabbrica Morbidelli, sono conservate 350 moto, 50 delle quali sono esemplari unici al mondo. Il museo vorrebbe diventare un polo tecnologico per l’industria del motociclismo. “Nel progetto che vi presentiamo sono previste tre aree” spiega la portavoce dell’agenzia “Il museo diventerà più multimediale e interattivo; una parte dell’edificio vorremmo creare una scuola di restauro per le moto e auto d’epoca, in fine, vorremmo che la struttura diventi un polo tecnologico per sviluppare moto elettriche”.

In qualche modo, il Museo Morbidelli manterrà la sua mission originaria legata all’artigianato. L’esposizione si trova in via Fermo 39, nella zona industriale. Quel edificio, in passato era la fabbrica in cui Giancarlo Morbidelli costruiva macchinari per la lavorazione del legno, poi, dopo aver venduto la sua attività, ha trasformato la struttura nella vetrina della sua collezione di moto. Stiamo parlando del museo di motociclismo più importante d’Europa e secondo al mondo dopo il Barber Museum in Alabama per grandezza e qualità degli modelli esposti.

Prossimi passi. Entro la fine del mese di marzo, il vicepresidente dell’AM Museum e il titolare di ViaTicinostudio presenteranno il progetto ai rappresentanti di Enel Energia. Sarà proprio il polo sperimentale l’elemento di attrattiva più interessante per la multinazionale produttrice e distributrice di energia elettrica e gas.

“Sono stato ospite al museo pochi giorni fa e mi ha colpito molto la storia di Giancarlo Morbidelli” ha detto il rettore. “In America riescono a creare grandi cose dal niente. Invece, noi che abbiamo un patrimonio storico e culturale invidiabile, a volte lo dimentichiamo. Morbidelli è un esempio di coraggio e penso che la sua storia sia un bellissimo esempio per i giovani” ha continuato Stocchi.

Storicamente il museo motociclistico è molto più conosciuto all’estero che non in Italia: “I nostri primi visitatori sono inglesi e statunitensi” ha precisato Bruscolini “Da anni Morbidelli mantiene i contatti con il Barber Museum e con collezionisti in tutta Europa”.

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Una foto pubblicata da @gambutiphoto in data:

Giancarlo Morbidelli è stato un imprenditore, meccanico e inventore.  Ha iniziato la carriera come costruttore di macchinari per il legno ma, come ha sempre detto: “A me piaceva la velocità, il legno non si muove era noioso”. Si è avvicinato al motociclismo come sponsor ma ciò che più amava era costruire e inventare le moto. Dal 1975 al 1977 ha vinto quattro titoli mondiali in 125cc e in 250cc, le attuali Moto2 e Moto3. È stato girato un docufilm sulla sua storia nel motomondiale: Morbidelli, storie di uomini veloci.