Ecco come l’antica tonnara di Favignana è diventata uno dei musei più apprezzati in Italia

di Anna Saccoccio

FAVIGNANA. L’antica tonnara di Favignana, l’ex stabilimento Florio, nel 2016 è tra i principali 10 musei da visitare in Italia secondo il portale internazionale di viaggi TripAdvisor. Sono più di 2270 le recensioni lasciate dagli utenti sul sito, nove su dieci positive. I visitatori lo definiscono un “pezzo di storia imperdibile”, “un luogo suggestivo dove si fonde il passato con il presente”, un “museo molto organizzato” con “visite guidate coinvolgenti”.

L’ex stabilimento Florio si scorge dal mare avvicinandosi al porto della più grande delle isole Egadi, a pochi chilometri dalla costa occidentale della Sicilia, tra Trapani e Marsala. Un lungo muro di cinta costruito a ridosso del mare racchiude un complesso di magazzini ed edifici bassi dominati da cinque ciminiere, oggi spente. Il perimetro è interrotto da quattro aperture a forma di arcate da dove una volta entravano le barche al ritorno dalla mattanza dei tonni in mare. Accanto al portone d’ingresso è apposta un’insegna con un leone, simbolo della famiglia Florio, che fece costruire lo stabilimento a metà Ottocento. Una volta entrati ci si trova in un cortile alberato da dove si accede ai plessi che ospitavano le diverse fasi di produzione del tonno.

L'ex stabilimento delle tonnare di Favignana visto dal mare

L’ex stabilimento delle tonnare di Favignana visto dal mare

Vita, morte e resurrezione della tonnara

Alla fine dell’Ottocento la tonnara di Favignana era il più grande e moderno complesso industriale del Mediterraneo per la lavorazione del tonno. La sua costruzione diede un forte impulso alla pesca e al commercio del tonno rosso a livello nazionale e internazionale. Nei primi del Novecento, però, lo stabilimento attraversò una fase di crisi, a fine anni Trenta passò tra le aziende dell’Iri, poi in possesso degli industriali genovesi Parodi e infine divenne proprietà della Regione Sicilia. Fu dismesso per diversi anni e solo dopo recuperato e valorizzato come patrimonio culturale. Nel 2010 venne riaperto come museo. Oggi è uno degli esempi di archeologia industriale più importanti in Italia e uno dei musei più apprezzati della Sicilia.

Il cortile d'ingresso della tonnara

Il cortile d’ingresso della tonnara

Il successo dello stabilimento 

Il museo è gestito dal Comune di Favignana e dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani. Oltre a custodire la memoria relativa al lavoro nella tonnara, la struttura è diventata fulcro dell’attività culturale dell’arcipelago e oggi ospita attività culturali anche non connesse con la storia della pesca, soprattutto d’estate, quando nei cortili dei suoi magazzini sul mare si svolgono rassegne letterarie e incontri con intellettuali e attori. Il successo della struttura deriva dall’attenta strategia di social media marketing messa in atto in questi anni, ma soprattutto dal percorso originale e stimolante in cui è coinvolto il visitatore.

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Il cortile interno dello stabilimento

La presenza digitale
Essere presenti e attivi sui canali social è una rarità in Sicilia per le strutture culturali, l’ex stabilimento Florio invece è un esempio virtuoso. Il museo è dotato di un piano di comunicazione digitale sui principali social network tra cui Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, YouTube, Google+ e Tumblr. I profili social del museo vengono aggiornati frequentemente con contribuiti video e foto. La forte presenza digitale ha assicurato allo stabilimento Florio un maggior contatto con i visitatori che sempre di più oggi si affidano a mezzi come Google e Facebook per cercare e selezionare le attrazioni culturali e turistiche da conoscere.

Gli ex magazzini della tonnara

Gli ex magazzini della tonnara

Il percorso del museo

Il visitatore è accompagnato nella tonnara da una guida professionale originaria dell’isola e appassionata alla storia della tonnara. A volte si tratta di ex operai dello stabilimento. Durante la visita la guida racconta la storia della famiglia Florio, spiega come avveniva la mattanza, come veniva cotto e conservato il tonno pescato nelle acque a largo di Favignana e racconta la vita che ruotava attorno alla tonnara.

Le latte dove veniva inscatolato il tonno

Le latte dove veniva inscatolato il tonno

Lungo il percorso ci sono poi fotografie, video, e interviste multimediali. Nell’ex spogliatoio delle operaie femminili sono esposte fotografie di autori tra cui di René Burri e Sebastião Salgado che nel corso del secondo Novecento hanno realizzato dei reportage durante la mattanza e la lavorazione dei tonni. Nell’ex magazzino del sale è proiettato un documentario inedito girato tra il 1924 e il 1931 dall’allora Istituto Luce che illustra il ciclo produttivo della pesca e della conservazione del tonno. Nel museo è possibile ascoltare 18 interviste ad ex lavoratori delle tonnare e una volta usciti dallo stabilimento capita spesso di incrociarli in giro per l’isola.

Nell’istallazione gli intervistati appaiono come ologrammi in 3D. Il visitatore si pone di fronte e ascolta la testimonianza che viene trasmessa dall’alto. Così anche se nello stabilimento i calderoni dove veniva bollito il tonno sono scoperchiati al sole, le voci dei tonnaroti in arrivo dopo le mattanze non si sentono più e le grandi scatole unte d’olio in cui veniva conservato il tonno sono impilate vuote, attraverso i racconti e le testimonianze la vita e la memoria del lavoro nella tonnara continua a rivivere ad ogni visita.

I calderoni dove veniva bollito il tonno

I calderoni dove veniva bollito il tonno