Economia, prima e dopo la crisi. Gambini all’incontro Cna: “Creiamo lavoro con meno burocrazia”

di LORENZO PASTUGLIA e MATTEO DE RINALDIS

URBINO – C’è spazio per crescere, insomma c’è da fare per le imprese del territorio, nonostante le difficoltà soprattutto per le micro imprese, mentre il terziario si riprende. Ne è convinto il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, intervenuto a un incontro con la Confartigianato nella sala riunioni della Cna di via Bocca Trabaria. Dove si è fatto il punto su come le imprese dell’Alta Valle del Metauro e della Provincia sono cambiate prima e dopo la crisi del 2009. “Dobbiamo rifare tutto: gli edifici non a norma, l’avvicendamento energetico e la viabilità. Il lavoro si può creare – ha detto Gambini – il problema è trovare persone che hanno voglia di investire su cose che danno un 1-2% ma che portano un qualcosa. A livello di amministrazione stiamo cercando di stare attenti a semplificare le pratiche burocratiche e adeguare le imprese che hanno bisogno di costruire e ingrandirsi”.

Con la crisi, soffrono in particolare le micro-imprese mentre crescono le attività del terziario.  È quanto emerge dai dati presentati dal direttore studi della Cna Marche, Giovanni Dini, a Urbino: nel periodo 2009-2016 c’è stato un aumento delle imprese settore terziario, il commercio (da 50,2% al 54, 8%) con diminuzioni nel settore primario, quello agricolo (da 25,3% al 24,4%) e in quello delle costruzioni (da 13,5% a 11,2%). Soffre molto il settore “legno e mobile” con una flessione del 25%, quasi tre punti percentuali in più rispetto all’Alta Valle (-22,8%) e alla Provincia (-19,2%).

Sempre secondo i dati, l’area Metauro, nello stesso periodo, ha perso 215 imprese attive pari al -5,3%, di poco inferiore al tasso registrato dalla provincia (-5,5%).

Nel settore terziario, nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alle famiglie, invece, l’Alta Valle del Metauro guadagna nel numero di imprese (+0,3%) rispetto alla provincia che perde il 2,3%. C’è predominanza anche nel settore “Alloggio e ristorazione” (12,3% contro il 9,6%) così come nel settore “Imprese e attività scientifiche” (20% contro il 15,3%). 

Se ci si concentra solo sull’Alta Valle, Borgo Pace, Peglio e Mercatello sul Metauro sono i comuni che perdono più imprese al contrario di Sant’Angelo in Vado che ha registrato una crescita notevole.

“Pensavamo che la crisi finisse qualche anno fa ma ancora è presente e l’edilizia ne sta soffrendo parecchio” commenta così i dati Roberto Annibali, durante il suo ultimo intervento da presidente dell’associazione. L’attuale presidente della Cna prossimamente ricoprirà il ruolo di vicepresidente provinciale: “Faremo investimenti molto grandi come quello per il nuovo polo di Scienze motorie”.

Si farà attenzione a non ripetere gli errori del passato: “A Urbino sono stati costruiti centri commerciali senza che gli artigiani locali ne traessero vantaggio – continua Annibali – sono stati spesi milioni di euro per opere non realizzate dalle imprese del nostro territorio, con soldi arrivati e poi usciti dalla nostra città”. Il presidente della Cna ha sottolineato infine la voglia degli artigiani di ‘impadronirsi’ nuovamente del centro, riducendo quel distacco che si è creato negli ultimi anni tra urbinati e studenti: “Purtroppo gli affitti in centro sono molto alti. Il comune si è impegnato per far da tramite con i proprietari dei negozi per abbassare gli affitti e ritoccare le aliquote delle tasse. Sempre più famiglie affittano la propria casa agli studenti abbandonando le mura. Sarebbe bello se il centro fosse abitato non solo da studenti ma anche da famiglie, integrando lo studente con l’abitante”.

Il professore di economia applicata dell’Uniurb, Ilario Favaretto, ha analizzato i dati da un punto di vista tecnico: “Siamo in quello che gli economisti chiamano equilibrio di sotto occupazione. Il sistema trova il proprio equilibrio ma a un livello più basso, le imprese che sono uscite dal mercato difficilmente rientreranno, le Marche non pesano più come una volta”. Per Favaretto il problema è l’aggregazione: “Le imprese devono trovare equilibrio. I piccoli centri non hanno un’economia di agglomerazione e la soffrono. Dobbiamo cambiare completamente. Stiamo con gente che ragiona, ricolleghiamo le figure obsolete per non creare disoccupazione perché l’artigiano non vuole essere contestato ma vuole cambiare come cambia il mondo”.

Ha concluso l’incontro, Moreno Bordoni, segretario provinciale della Cna: “Il nostro è un territorio nel quale ogni sette cittadini c’è un imprenditore. Le amministrazioni devono impostare le loro agende politiche rivolgendosi particolarmente alla nostra realtà, quella dei piccoli e medi imprenditori. Il made in Italy è il terzo marchio al mondo e deve essere valorizzato al meglio anche grazie alle associazioni di categoria”. Per sponsorizzare al meglio i prodotti del nostro paese, Bordoni punta sulla storia: “Oltre alla qualità dei nostri prodotti, abbiamo dalla nostra parte anche lo storytelling. Le nostre radici possono spiegare perché i nostri prodotti sono così validi, la nostra storia aiuta a far comprendere il valore delle nostre merci e perché devono essere comprate”.

Infine, a margine dell’evento sono state anche rinnovate le nuove deleghe della Cna. I soci dovevano scegliere il nuovo presidente, il nuovo delegato e il rinnovo del direttivo. La carica di presidente sarà ricoperta da Giacomo Cappelletti. Sostituisce il presidente uscente che ricoprirà un ruolo più importante a livello provinciale. Il nuovo delegato è Lorenzo Santi, mentre entrano a far parte del direttivo Raffaele Amicucci, Marco Lazzari, Patrizia Pretelli, Paolo Sanchioni e Stefano Gulini.

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