di YURI ROSATI
URBINO – Cinque ragazzi corrono su un campo di terra battuta invaso dalle erbacce. Si passano il pallone. Scherzano, si prendono in giro. Uno tira in porta, ma il pallone va alto e finisce in mezzo alle piante e alle ortiche.
Sarà successo un milione di volte al campo della “Buca” di Urbino, ma questa volta è un po’ diverso. Questa è l’ultima partita che giocano in quel pezzo di terra prima che diventi un parcheggio. A guardarli meglio quei cinque non sono poi così giovani. Lo sono stati anni fa, nei tempi in cui alla “Buca” si giocava il torneo cittadino e le tribune si riempivano di tifosi. Quei cinque sono lì proprio per questo: sanno che il campo da calcio su cui hanno mosso i primi passi scomparirà e, visto che 30 anni fa suonavano insieme in un piccolo complesso, hanno deciso di dedicargli una canzone. Il campo infatti rientra in un progetto di comune e università di Urbino e accoglierà le nuove strutture della facoltà di Scienze Motorie: due edifici adibiti a palestre e un parcheggio. “La nostra non è una protesta – dicono – ma un canto d’amore nostalgico per un pezzo di vita che se ne va”.
“Avevamo tutti 20 anni quando don Ugo Del Moro, il parroco dell’Annunziata, ci regalò il primo impianto e ci permise di fare le prove nei locali della curia – racconta Alessandro Cioppi, bassista del gruppo – in suo onore scegliemmo di chiamarci Ukko Boys, i ragazzi di Ugo”. Oltre a Cioppi, gli altri membri del complesso giovanile erano il cantante Duccio Marchi, il tastierista Peppe “Gringo” Di Nino e i chitarristi Lele Terenzi e Fabrizio Nardini.
Non suonavano insieme da 30 anni ma, come in un remake dei “Blues Brothers”, la band si è riunita su richiesta di don Romano Ruggeri, allora vice di don Ugo e ora parroco dell’Annunziata. E dalle penne di Marchi e Nardini è nato l’ultimo singolo: La Buca nel cuore, che proprio a don Romano è dedicato. La canzone rievoca i tempi in cui “i pali erano quadrati” e il calcio era più un momento di ritrovo che un evento mediatico. È stata postata pochi giorni fa su Facebook da Marchi e ha già raggiunto le 4.300 visualizzazioni, segno che a Urbino il culto di questo campo da calcio non è ancora tramontato.
Il testo ricorda vari aneddoti accaduti durante i tornei cittadini che si giocavano d’estate. “Il più curioso -ricorda Cioppi sorridendo – è quello del ‘gol della cannella’: la rete realizzata a cinque minuti dalla fine da Candido Cecconi, uno degli eroi del torneo, dopo un’azione abbastanza singolare. Uscito temporaneamente per bere dalla fontanella dietro la porta e rientrato senza avvertire l’arbitro, Cecconi ha intercettato il rinvio del portiere avversario e, tra le polemiche, ha firmato l’1-1. L’arbitro, Ugo Cardinali detto ‘Haller’, ha sorriso e poi convalidato un gol che ancora adesso fa discutere nei bar”.
E mentre le note degli Ukko Boys ripercorrono la storia del campo – ora dedicato a Sandro De Crescentini, storico dirigente dell’Urbino Calcio – nel video scorrono le immagini dei giovani che, nel tempo, hanno ‘vangato’ quel ‘campo di patate’ che è la “Buca”. Che si sono sbucciati le ginocchia grattando sulla terra battuta. Che hanno alzato trofei o sbagliato rigori per colpa del fango. “In quegli anni il torneo cittadino era più seguito delle partite della prima squadra dell’Urbino – dice Cioppi – e le tribune, se così vogliamo chiamarle, erano sempre piene di amici”. Già, perché le tribune alla “Buca” sono da sempre le mura che girano attorno a due lati del campo. Chi assiste alle partite lo fa seduto a 10 metri di altezza, senza ringhiere, con le gambe a penzoloni nel vuoto. “Contro qualsiasi regola di sicurezza negli stadi – ride Cioppi – eppure non si è mai fatto male nessuno”.
Il campo è lì dagli anni ’70, ma sul suo terreno l’erba si è sempre rifiutata di crescere. Mauro Ricciarini, collaboratore di Cioppi, ha montato il video degli Ukko Boys e dice: “L’unico periodo in cui cresceva un po’ di verde sui lati del campo era l’intervallo tra i tornei dell’estate e la ripresa degli allenamenti dei settori giovanili dell’Urbino Calcio”. Anche se è molto più giovane dei musicisti pure lui ha giocato alla “Buca”. Un campo che a Urbino è quasi un monumento e rappresenta un vero e proprio trait d’union tra le generazioni. “Chiunque abbia vissuto in questa città ci ha giocato”, dice.
In fila indiana, palla al piede, chitarra in braccio e don Romano al fianco, gli Ukko Boys si sono concessi un ultimo giro di campo. Sempre con le parole della loro canzone in bocca. Un po’ come un bambino richiamato dalla madre a casa mentre gioca coi compagni, Duccio Marchi dice: “È veramente un peccato che la ‘Buca’ chiuda. È un altro punto di aggregazione che si perde a Urbino”. Alessandro Cioppi invece la pensa diversamente dal suo cantante. Per lui il progetto di riqualificazione dell’area dell’Annunziata è positivo. “La ‘Buca’ non è l’unico posto per giocare a pallone a Urbino – dice – siamo pieni di campi e questo versava ormai in condizioni di semi-abbandono”.
Sicuramente uno dei lati positivi dell’annunciata chiusura del campo è stato quello di far riunire dopo tanti anni gli Ukko Boys. “Ci siamo divertiti talmente tanto a cantare questa canzone e a girare la clip musicale che abbiamo già in programma un dietro le quinte del video e un’altra canzone” anticipa Cioppi. Non solo, ma il primo luglio è prevista una reunion alla Fortezza Albornoz di Urbino: “Faremo un concerto live e alle nostre spalle proietteremo le fotografie d’epoca scattate alla ‘Buca’”.