Tra realismo e sogno, pubblicità e rilegature artistiche: la mostra degli allievi della Scuola del libro – FOTO

di LORENZO CIPOLLA

URBINO – Le mani in preghiera che reggono un’hamburger invece di un’ostia sono la critica al consumo di massa nella lettura che ne dà, sotto forma di disegno, Simone Bucci nella sua opera “Body of Christ”. Bucci è un allievo del corso biennale di Perfezionamento della Scuola del Libro di Urbino e traspone in chiave artistica il suo sguardo sulla società consumista. Un altro studente, Simone Canestrari, per evocare l’infanzia e il potere della memoria e dei ricordi, ha usato un pallone da calcio consumato sospeso con dei fili in una griglia metallica.

Queste sono solo alcune delle opere degli studenti delle classi di Disegno animato, Grafica pubblicitaria e Grafica editoriale e tecniche dell’incisione corso biennale di Perfezionamento della Scuola del Libro di Urbino che erano esposte alla Data dal 2 al 14 maggio.

Lungo le pareti della Data corrono installazioni in legno con ritratti di personaggi assorti e cupi, nudi femminili e rappresentazioni grottesche –  quasi tutte in bianco e nero – come quella di una figura maschile intenta a cucirsi un paio di pantaloni usando come tessuto un busto umano. Gli allievi hanno rappresentato su un foglio, una tela o una maglietta i pensieri e i comportamenti dei ragazzi, il sogno e la speranza, la dissacrazione, il tempo libero, il corpo nudo, il consumismo.  Sono disegni pervasi di realismo ma che sembrano andare anche oltre: “Il realismo è fondamentale, se facessimo solo astrazione non potremmo incidere sulla realtà con il nostro segno grafico” illustra la coordinatrice della mostra Loretta Vandi, docente di Storia dell’Arte Contemporanea e di Arti applicate al liceo artistico di Urbino: “il realismo porta nel reale e al di là del reale: si lavora attraverso una riflessione sui propri ricordi.”

La docente prende a esempio l’installazione del pallone da calcio tenuto dai cavi: la palla simboleggia l’età dell’innocenza, quando i bambini sono liberi di giocare ed esprimersi liberamente, mentre i fili che lo tengono in aria rappresentano i fili della memoria, i ricordi dell’infanzia, “il pallone rimane incastrato lì e nessuno potrà sgonfiarlo né portarlo via. Per rappresentare questo ha usato oggetti concreti”. Un punto d’incontro tra l’astrazione, i ricordi, e la realtà.

La professoressa Vandi illustra il messaggio contenuto nelle opere degli studenti: “I ragazzi mettono insieme paranoie e lirismo, lo sguardo distaccato e l’immersione nelle cose. Da qui arrivano a fare una scelta. Attraverso il percorso artistico fanno una selezione di ciò che hanno intorno per non esserne sopraffatti”.

Le altre due sezioni, Grafica pubblicitaria e Grafica editoriale, hanno un respiro diverso: le opere degli allievi sono prodotte su richiesta di committenti. I pubblicitari hanno dovuto coniugare forma visiva e grafica in modo da ottenere una sintesi tra immagini immediate e parole semplici. I prodotti del corso di Grafica editoriale sono di due tipi: i libri d’artista e i libri d’arte.

La professoressa Vandi spiega queste produzioni: nel primo caso “un artista fornisce le sue opere e gli studenti ne curano l’impaginazione. Per quanto riguarda i libri d’arte si lavora sui caratteri mobili, le incisioni e le copertine” come quella di un libro di Giorgio De Chirico che prende la forma di un cavallo che esce dalla rilegatura “ci sono testi, tra i vari, di Paolo Volponi e di Ivo Andric, dedicati ai ponti di Mostar. Sono libri d’impegno anche sociale. Questo impegno sociale caratterizza anche i ragazzi di Disegno animato, filtrato dalla riflessione personale e dalla loro sensibilità interiore”.

Questa edizione della mostra è dedicata alla memoria di Laura Di Sciullo, allieva del biennio di Perfezionamento scomparsa l’8 aprile 2017.