Le imprese di Pesaro-Urbino puntano alla Cina. “Ma senza gioco di squadra non si vince”

Cristiano Varotti,responsabile del Punto di Assistenza Tecnica alle imprese marchigiane in Cina
di GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – Il futuro dell’economia della provincia sta nella capacità di fare sistema. Le imprese che replicano all’estero il campanilismo e l’individualismo italiano rischiano di non avere successo, soprattutto nel mercato cinese. Lo ha spiegato un imprenditore che nel gigante asiatico lavora da cinque anni, Cristiano Varotti, coordinatore del Punto di Assistenza Tecnica alle Imprese (Pat) della Regione Marche in Cina. Varotti è intervenuto mercoledì 17 maggio all’incontro “La Cina per le società italiane: opportunità e sfide”, organizzato al Collegio Raffaello dalla Scuola di lingue e letterature straniere. Il Pat fornisce assistenza gratuita alle imprese marchigiane che vogliono entrare nel mercato cinese dando loro informazioni per un primo accesso.

I problemi per le aziende italiane in Cina

Varotti vive nella regione meridionale dello Hunan da 5 anni e ha spiegato che per le aziende italiane che decidono di affacciarsi al mercato cinese esistono molti problemi da affrontare: in primo luogo, le differenze linguistiche e culturali, senza dimenticare i rischi collegati alla tutela del marchio e alla difficoltà nel trovare partner commerciali in loco. Un altro problema è quello legato all’incertezza delle regole che caratterizza il paese orientale e che spesso crea diffidenza nel momento di importanti investimenti. “In Cina le regole e la burocrazia cambiano addirittura da città a città e a seconda dei funzionari che interpretano le norme”, ha detto.

L’importanza di fare squadra 

Ciò che consente però di promuovere la propria offerta sta in una parola: comunicazione. Le aziende devono essere in grado di adattarsi al nuovo contesto economico, e per questo motivo la comunicazione deve essere specifica e continuata nel tempo per raggiungere molti potenziali clienti. Ma molte volte questo non basta; troppo spesso i piccoli e medi imprenditori della provincia pensano in modo individuale, senza capire che oggi serve fare squadra se si vuole vincere la concorrenza estera. “E’ dannoso continuare a investire come singole aziende e in modo autonomo”. La vera sfida però passa anche da un cambio di mentalità dei nostri imprenditori, ancora legati a una mentalità del passato. “Siamo il Paese dei campanili, e questo vale anche per le aziende”, ha ribadito.

Un caso di successo

Un esempio è quello del settore vinicolo, come evidenziato dallo stesso Varotti. In Cina l’Italia ha il quinto posto per quota di mercato, mentre la leadership è della Francia. La causa di questo svantaggio sta nell’incapacità di fare sistema. Fortunatamente però esistono dei casi particolari per intraprendenza e lungimiranza, come quello dell’azienda agraria Guerrieri di Piagge che ha affidato a un laureato all’università di Urbino il compito di curare l’importazione dei prodotti aziendali nella città di Hangzhou. Il coordinatore del Pat Marche ha ribadito l’esigenza di “fare formazione a livello regionale, per creare un’associazione temporanea di imprese e solo in seguito andare a fare attività all’estero”.

Attrarre turisti cinesi nelle Marche

Varotti ha infine suggerito alcune idee che potrebbero incentivare i turisti cinesi a venire nelle Marche: tra le proposte, l’idea di puntare su eventi di interesse come il Rossini Opera Festival di Pesaro oppure l’inserimento della regione in itinerari specifici, coinvolgendo anche i club di appassionati di auto e sport, per fare un esempio. “Oggi la Regione supporta l’internazionalizzazione delle imprese attraverso i voucher. Sono le aziende a proporre progetti per i mercati esteri e la Regione li finanzia”, ha concluso.