di FEDERICA OLIVO
URBINO – “Dal Ministero mi hanno comunicato che resterò al mio posto”. Peter Aufreiter, direttore della Galleria nazionale delle Marche, sottolinea che la decisione del Tar del Lazio – che ha annullato le nomine dei direttori di alcuni musei – non lo riguarda.
“Non ho parlato direttamente con Dario Franceschini (ministro dei Beni e delle Attività culturali, ndr) – spiega – ma so che non dovrò lasciare il mio incarico. Il Ministero mi ha fatto sapere che la sentenza riguarda cinque direttori, di cui peraltro uno soltanto è straniero”.
Il direttore, alla guida di Palazzo Ducale da agosto 2015, non ha alcuna intenzione di dimettersi. Alla provocazione di Sgarbi, che dice che “sarebbe bene che se ne andasse” e invoca le nomine dirette al posto dei concorsi per i direttori dei musei, risponde: “Non ho prestato molta attenzione alle sue dichiarazioni, ma mi fanno solo ridere”.
È molto dispiaciuto per la sentenza del Tar perché, secondo lui, sarà un ostacolo alla realizzazione del programma di Franceschini che, con la sua riforma, ha dato autonomia a 20 poli museali italiani – tra i quali c’è anche la Galleria nazionale delle Marche – dichiarandoli enti ‘di interesse nazionale’. “Il sistema voluto da Franceschini, secondo me, è giustissimo. Ora, però, ci saranno problemi per la sua applicazione e si perderà molto tempo”.
L’arrivo dei 20 ‘superdirettori’, nominati, dopo aver vinto un concorso, da Franceschini nel 2015 aveva portato, secondo Aufreiter, “molto entusiasmo tra gli abitanti dei territori dove si trovano i musei da noi diretti. Per quanto riguarda il nostro lavoro posso dire, senza dubbio, che ci stiamo impegnando al massimo per portarlo avanti”.
Sulla sua gestione di Palazzo Ducale si dice molto soddisfatto: “Quest’anno, tra i visitatori, ci sono state meno scolaresche, ma i turisti non sono diminuiti dall’anno scorso. Questo è un dato positivo, che mi fa sperare per il futuro”.
La sentenza: “Le nomine di cinque direttori dei musei sono illegittime”
Il Tar del Lazio ha annullato gli incarichi dei vertici dei musei archeologici di Napoli, Reggio Calabria e Taranto, della Galleria Estense di Modena e del Palazzo Ducale di Mantova.
Tra le norme prese in considerazione dal tribunale, a far discutere è l’articolo 38 della legge n°165 del 2001 . Il testo stabilisce, infatti, che nelle pubbliche amministrazioni, solo i cittadini italiani possono avere ruoli dirigenziali, che implicano “l’esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri” oppure che “attengono alla tutela dell’interesse nazionale”, come i musei in questione. A confermare la disposizione anche un altro atto: si tratta del decreto n°174 del 1994 che tra gli incarichi pubblici per cui è necessaria la cittadinanza italiana include anche quelli dei dirigenti delle amministrazioni statali, anche se autonome, come i poli museali riformati da Franceschini.
Il ministro, dopo la decisione del Tar, ha dichiarato di essere rimasto senza parole. Ha poi annunciato che i direttori in questione saranno sostituiti e che farà ricorso al Consiglio di Stato.